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Twice, Monica&Michele

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HappyEnd
icon12  view post Posted on 2/6/2010, 13:05




ciao a tutti! appena riesco leggerò anche le vostre ff (mi ispirano molto, soprattutto quelle che hanno per protagonisti una certa coppietta :shifty: ), intanto provo a mettervi anche di qui quella che sto scrivendo io...

non è la prima ff che scrivo , ma è il mio primo tentativo di cimentarmi con 'tppa'... spero non sia troppo disastroso :unsure:

visto che sta anche in altri forum, può darsi che qualcuno la conosca già, se sì chiedo scusa per la ripeticzione :rolleyes:

per farla breve, sono rimasta de-lu-sis-si-ma dal finale della seconda serie :cry: , e dopo quelle 2-3..400 fontane del Niagara, ho preso carta e penna e questo è il risultato:

Titolo: Twice

Pairing: Michele/Monica (ma anche Paolo/Laura e altre coppie ancora, va da sé.. )
Genere: surreale, commedia, romantico.
Ambientazione: post fine seconda stagione

Disclaimer : So bene che tutti i personaggi sono di Ivan Cotroneo&Co, glieli prendo solo in prestito per un po’… o almeno ci provo.

Il titolo significa ‘Due volte ‘ è solo che in inglese suonava meglio!

Riassunto: E se a Michele fosse data una seconda chance?


Prologo: E ritorno da te

<< Promettimi che se non sarà più come prima ce lo diremo… >>

Monica continua a ripensare a quelle parole che ha detto ad Adriano, mentre lo osserva dormire accanto a lei.
Riflette sul significato di quella frase che ha pronunciato subito dopo che Michele è andato via.
E Monica sa di non averlo sognato, è accaduto tutto veramente: nella stanza tutti tranne lei si sono immobilizzati, Michele ha fatto il suo ingresso indisturbato, le ha parlato, ha baciato il loro bambino e poi lei, dicendole che l’ama.

E lei, senza nemmeno pensarci, gli ha chiesto di restare, nonostante ormai lei stia insieme a suo fratello.
Credeva di aver ritrovato l’amore, ma ora ha qualche dubbio. Più di qualche dubbio.

Infatti, da quando è tornata dall’ospedale, ha passato gli ultimi due giorni a non far altro che pensare a Michele, a rivivere i momenti trascorsi con lui, le parole dolci sussurrate, ma soprattutto le innumerevoli litigate, quel sapere tener testa l’uno all’altra che ha sempre contraddistinto il loro rapportarsi.
E con Adriano le manca quella vivacità, quell’elettricità speciale che invece avvertiva sempre con suo fratello.
Ha creduto di poterlo sostituire, ma ora capisce di essersi sbagliata di grosso. Non è ancora pronta e nemmeno sa con certezza se mai lo sarà.

Come prova del fuoco le basta pensare al giorno precedente, quando era a letto con Adriano e nel momento più importante dalla sua bocca è uscito il nome sbagliato, *quel* nome.
Monica ha cercato di convincere Adriano che si riferiva al bambino, al fatto che volesse andare a controllare come stava e Adriano sembra essersela bevuta.

Il punto è che da quel momento tra i due non c’è stato più nemmeno un bacio, né un attimo di tenerezza.


<< Promettimi che se non sarà più come prima ce lo diremo… >>

Quella frase continua a rimbombarle nella mente. E visto che è stata lei a proporlo, dovrebbe esser la prima a mantenere quella promessa e le basterebbe poco, dovrebbe solo svegliarlo, parlare con lui, spiegargli i suoi dubbi e le sue incertezze.
Ma Monica preferisce il silenzio, preferisce fingere che vada tutto bene, anche se non è affatto così.
Guarda l’orologio che segna le due passate e torna a sdraiarsi sul materasso, sapendo che comunque passerà la notte insonne.

-----------------------------------------------------------------

Adriano è seduto su una panchina nel parco, intento a guardare due passerotti appollaiati sul ramo.
“ Voi sì che avete una vita facile, vi basta avere un nido, cibo a sufficienza e siete a posto. Non litigate mai, non andate mai in crisi… “ esclama ad alta voce, come se lo potessero sentire.
La verità è che lui la crisi la sta attraversando, da quasi tre giorni ormai.
Da quando è nato Michelino è come se Monica fosse cambiata, è assente, persa nei suoi pensieri e sa che non si tratta solo della gioia materna.
Così come sa che quando ha pronunciato quel nome non si riferiva certo al suo bambino, ma ha preferito fare finta di niente.
Lui l’ha desiderata tanto e ora che stanno insieme sente che lei gli sta già sfuggendo, ma la cosa che lo sorprende di più è che a lui non importa.
Capisce di essersi ingannato, scambiando l’affetto e il senso del dovere per amore.

Gli basta pensare al suo rocambolesco ritorno dal Polo Nord non per riabbracciare Monica, ma principalmente per assisterla mentre dava alla luce suo figlio.
Monica è una donna molto bella, simpatica, intelligente… ma ha capito di non amarla, ha solo creduto di farlo.
E si chiede se non sia stato un errore buttarsi fra le sue braccia, lasciando una ragazza che gli aveva stravolto la vita, piacevolmente.
E come per incanto, quella ragazza gli si materializza proprio davanti agli occhi.
“Adriano? Che ma sei davvero tu?” esclama Bea, distogliendolo dai suoi pensieri.
“Bea! Ma tu che ci fai qui?”
“Ci lavoro. Ora sto al negozio del parrucchiere in fondo a quella via. Sai, ho dovuto ‘ambiare, perché in quello vecchio c’avevo troppi ri’ordi.. “ spiega lei, masticando rumorosamente il suo chewing-gum. Adriano deve ammettere che è una cosa che gli mancava.
“Ma a quanto pare il destino non lo puoi prendere in giro… “ alza gli occhi, sedendosi accanto a lui.
“Bea, io ti devo delle scuse, sono stato pessimo con te… “ si scusa lui, mantenendo però le distanze.
“Sì, è vero, m’hai ingannata, m’hai fatta sentire uno straccio… ma la verità è che ci siamo divertiti insieme, no?”
“Questo senza dubbio!” sorride lui.
“E in più ho imparato una miriade di ‘ose sugli uccelli, non che mi serva molto.. però le so!” continua lei, facendolo ridere.
“Certo ‘he tu li hai tagliati belli ‘orti i ‘apelli… “ osserva lei, accarezzandoglieli, cosa che lo coglie di sorpresa.
“A me piacevano più lunghi e cespugliosi.. ma ti donano anche ‘osì. Senti, ora io devo andare, se ti va qualche volta passa a farti uno shampoo.. c’ho pure il balsamo ‘he ti piace tanto… “ lo saluta lei languida, allontanandosi.

“ ‘Ti ringrazio Bea, ma io ormai sto con Monica. ‘ Era così difficile da dire, invece che stare lì a sorriderle come un babbeo?” si rimprovera lui ad alta voce.
La verità è che c’è davvero qualcosa che non va…



-----------------------------------------------

“Monica, dobbiamo parlare!” esclama Adriano, rientrando dalla sua giornata di lavoro.
Monica lo accoglie con Michelino in braccio, intenta a cullarlo per farlo addormentare, ma lui non vuole farsi intenerire troppo da quella scena.
“Non è il tono ‘ dobbiamo parlare: ci sono importanti novità sul lavoro ‘, dico bene?” deduce lei, mettendo il piccino addormentato nella culla.
“No, Monica, è che io davvero non so come dirtelo, tu sei una donna fantastica, ma… “ prosegue lui, cominciando a incespicare sulle parole.
“Adriano, mi stai forse dicendo che mi vuoi lasciare?” gli domanda lei con un sorrisone.
“Eh? Nooo, non stavo dicendo esattamente questo, ma.. aspetta.. perché stai sorridendo?” le domanda lui, confuso.
“Perché io volevo lasciare te, ma avevo paura di ferirti!” spiega lei, sollevata.
“Allora anche tu vuoi lasciare me? Ma è fantastico! Cioè, mi spiace che non abbia funzionato, ma.. hai capito, no?” risponde lui, altrettanto sollevato.
“Sì, tranquillo, spiace anche a me, ma la verità è che siamo andati troppo di fretta. Credevamo di essere innamorati.. “
“Ma ci siamo illusi entrambi!” conclude la frase lui e lei annuisce.
“Monica, sai che ti voglio bene e ci sarò sempre per te e il bambino, ma… non in quel senso… “ chiarisce lui.
“Lo so e va bene così, Tanto ho il sostegno di Laura, beh.. quando tornerà dal suo viaggio di nozze, poi ho le mie amiche della redazione, Elio compreso… ma al di là di tutto so badare a me stessa, dovresti saperlo no?”
“Questo è certo. Ma, davvero, se hai bisogno di qualunque cosa… “
“Ok… “ sorride timidamente lei, avvicinandosi per dargli un ultimo casto e fugace bacio, quello dell’addio.

“Allora, cos’hai intenzione di fare adesso?” domanda lei, cambiando argomento.
“Non lo so bene ancora, ma vorrei tanto andare a farmi fare uno shampoo… “ ammette lui, con uno sguardo un po’ colpevole.
“Tu hai rivisto Bea!” deduce Monica, alzando la voce.
“Sì, anche se sì è trasferita, l’ho incontrata stamattina, ma, ti giuro, guarda che non è successo niente!” si affretta a tranquillizzarla lui, ma lei è già tranquillissima.
“Ma tu vorresti che succedesse di nuovo, vero?” lo mette alle strette lei, con un sorrisetto.
“Beh sì… ma, tu saresti d’accordo?” domanda lui, preoccupato.
“Ti dovrebbe bastare come risposta il fatto che è la prima volta che riesco a pronunciare il suo nome senza che mi venga la voce stridula o un’orticaria!” risponde lei, facendolo ridere.
“Vai, riaggiusta le cose con lei e sii felice!” gli sorride.
“Grazie. Monica, non volevo che finisse così, ma da quando l’ho rivista… “ si giustifica lui.
“Proprio come da quando io ho rivisto Michele... “ si lascia sfuggire lei.
“Cosa hai detto, scusa?” la guarda stranito lui.
“Uh? Ho detto ‘rivisto ‘ ? Volevo dire ‘ ripensato ‘, è uguale!” fa spallucce lei, come se niente fosse.

“Monica, mi raccomando, promettimi che riuscirai ad essere felice anche tu… “ la guarda preoccupato lui, prima di andare a raccogliere tutte le sue cose.
“Lo prometto. “ sorride lei.

< Certo, l’unico uomo che davvero voglio , altro che tre metri sopra il cielo, sta lassù a un’altezza indefinita, ma a parte questo ho tutte le carte in regola per essere felice! > pensa, demoralizzata.


************************ (Contemporaneamente)

Michele se ne sta seduto in un angolo del Paradiso, triste e assorto, spiumacciandosi le ali quasi con frustrazione.
Vorrebbe sapere chi ha detto che quel posto è il luogo della felicità eterna, perché lui si sente tutto fuorché felice.
Da quando ha salutato per sempre Monica e il loro bambino, è stato assalito da una malinconia tremenda.
Da oltre due giorni non fa altro che sospirare e guardare giù, quanto più in basso gli consente la sua vista.
Ora sta a un altro livello, è un angelo a tutti gli effetti e non può più avere contatti col mondo terreno.
Ma Michele non ha bisogno né di una radio , né di un vecchio e malandato televisore in bianco e nero, lui Monica riesce a vederla con il cuore e sa che non è felice come gli aveva augurato di essere.
E questo rende profondamente infelice anche lui.


“Poverino! Io non ce la faccio più a vederlo così!” esclama una delle angiolette, salita con le altre per poterlo osservare, rendendosi però invisibili a lui.
“Qui tutti dovrebbero essere felici , ma lui non lo è!” constata un’altra.
“Dovremmo fare qualcosa… ma cosa?” si domanda la terza.
“Non preoccupatevi lasciate fare a me… “ le interrompe Angelica, mandandole via per poter parlare sola con lui.

“Michele.. “ prova a chiamarlo, ma è così perso nei suoi pensieri che lo deve chiamare altre due volte per ottenere la sua attenzione.
“Sì, che c’è? “ alza lo sguardo lui.
“Ahò, non ditemi che ho fatto qualcosa di sbagliato, negli ultimi giorni non ho detto una parolaccia, manco l’ho pensata, lo giuro!” aggiunge, mettendosi sulla difensiva.
“Tanto per cominciare, non si dovrebbe mai giurare… “ gli fa notare pazientemente Angelica.
“Ad ogni modo, sta’ tranquillo, non ti devo rimproverare, devo solo parlarti. Sai, dai piani più alti si sono consultati e abbiamo deciso che non è giusto… “
“Cosa non è giusto?” domanda lui, confuso ma molto interessato all’argomento.
“Quello che ti è successo, è troppo presto per te.. “ spiega l’Angelo superiore.
“Intendi che m’avete fatto passare di livello troppo presto? Quindi mi rispedite all’ufficio di prima, dove posso tornare ad avere contatti col mondo terreno? In effetti, m’è sembrato affrettato, ce ne sono ancora parecchie di situazioni in sospeso... “ argomenta lui, impaziente di tornare alle sue vecchie mansioni.
“E a te davvero basterebbe questo? Non c’è che dire, Michele, ti accontenti davvero di poco. E dire che i piani alti avevano deciso qualcosa di molto, molto più soddisfacente… “ gli annuncia Angelica.
“Cosa esattamente?” domanda Michele, avendo paura di illudersi, prima di sentire la risposta.

--------------------------------------------------------------------------

A sera, Monica si guarda attorno un po’ spaesata, in quella casa nuovamente vuota. Adriano non ha certo perso tempo.
Ma in realtà non è sola, perché in quella casa c’è la cosa più bella : il figlio che ha avuto da Michele.
“Tesoro mio, abituati, perché hai una mamma davvero testarda. Ma non preoccuparti, ce la caveremo benissimo anche da soli!” gli sorride, tenendogli la manina, mentre aspetta che si addormenti.
E quando si addormenta, torna in salotto, accovacciandosi sulla manona e guardando la foto incorniciata di Michele.
“Almeno per stasera potresti farlo uno strappo alla regola e venirmi a parlare un po’ … ne avrei davvero bisogno!” lo implora, prima di addormentarsi.
Si risveglia all’incirca un’ora dopo, amareggiata e insoddisfatta.
“Di nuovo, sono finita di nuovo in quella dannatissima stanza bianca, totalmente vuota. Perché non ti fai più trovare?” esclama lei, sempre rivolta alla foto, mentre va a prendersi un bicchiere d’acqua.

“Perché sei tu che non mi cerchi nei luoghi giusti!” esclama Michele, comodamente seduto sulla manona.
Vedendolo, Monica sussulta, rovesciando l’acqua.
Lui ha la barba incolta ed è interamente vestito di bianco, come sempre, ma non ha più le ali.
“Non so quale sia il tuo piano, ma far venire un infarto anche a me mi sembra una soluzione un po’ drastica per stare insieme!” sbotta lei.
“Tranquilla, non ne ho nessuna intenzione. Solo che… e basta con ‘sti incontri in sogno, alla lunga stancano, non trovi?” risponde lui, alzandosi e andando verso di lei.
“Vuoi dire che non sto sognando?” domanda lei confusa, indietreggiando.
“No. “ l’avvisa lui, con quel suo sorrisetto sfrontato che la fa innervosire e allo stesso tempo la manda su di giri.

“Oddio! No, ci risiamo con le allucinazioni, come all’inizio, quando ti vedevo ovunque. Ecco, domani mi faccio vedere da un bravo medico.. “ decide lei, ma lui la interrompe, prendendo le mani nelle sue.
“Non stai impazzendo, non sono un’allucinazione, te lo dimostro. “ sussurra, tirandola a sé e baciandola.
E’ un bacio vero, come quello che le ha dato in ospedale.
“Oh, mio Dio, ma… “ balbetta lei, un po’ shockata, per poi rinsavire e prendere le distanze da lui.”Eh, no, Michele, no, così non va bene,devi smetterla! Perché poi tu insisti che io mi rifaccia una vita, ma se tu continui a essere così reale, io come faccio a… “ si inalbera lei, cominciando a percorrere nervosamente la stanza avanti e indietro.
“Ah no, aspetta, ci sono! Sei venuto a farmi la predica perché ho lasciato Adriano, vero? Ma non è colpa mia se.. “ continua lei.

“Monica, hai finito?” chiede pazientemente lui.
“Forse.. “ risponde lei, ancora confusa.
“Me lo dai un altro bacio, così mi calmo?” chiede timidamente e non deve attendere molto perché lui l’accontenti.

“Ora mi fai parlare, così ti spiego tutto?” le domanda lui dolcemente, poggiando la fronte contro la sua.
Lei si limita ad annuire.
“Prima però voglio fare una cosa.. “e dicendolo la porta con sé nella stanza dove dorme Michelino.
“Mi è mancato tantissimo… “ sussurra , guardandolo intenerito, combattuto tra la voglia di accarezzarlo e la paura di svegliarlo.
“Gli manchi anche tu.. “ lo informa lei, con le lacrime agli occhi, mentre tornano nel salotto.
“Allora, me lo dici perché sei qui? Ovvio che mi fa piacere, però vorrei capire.. “ insiste lei.
“Questo è un permesso ultra speciale che mi hanno dato.. “ comincia a spiegare lui.
“L’avevo intuito.. “
“Sì, però questo è l’ultimissimo che mi danno. Ed è per avvisarti che ti devi sì rifare una vita, ma con me!” le sorride.
“Vuol .. vuol dire che torni qui, sul serio?” gli sorride lei, incredula.
“Hanno detto che è troppo presto e allora hanno cambiato idea, mi faranno tornare… “
“Michele, ma è meraviglioso!” esulta lei , abbracciandolo e finendo con lui sulla manona.
“Non è così facile, però.. c’è un prezzo da pagare.. “ la interrompe lui.
“Che vuoi dire?”
“Tornerò, è vero, ma il tempo ritornerà indietro e i ricordi verranno cancellati, nessuno ricorderà più che sono morto. Mentre tu, tu mi dimenticherai del tutto, sarà come se non ci fossimo mai incontrati… “ la informa lui.
“Ma è terribile, non voglio!” protesta lei.
“Ma è l’unico modo per riavermi qui. Sarà una prova, amore mio, se è destino ci rincontreremo, ricominceremo tutto, ci riscopriremo e saremo felici come e forse anche più di prima!” le spiega lui, accarezzandole i capelli.
“Ma.. se torniamo indietro.. se si annulla tutto, vuol dire che non ci sarà più… “ giunge a un’altra tremenda conclusione lei, con lo sguardo rivolto alla stanza del loro bambino.
“Sì, lo so, tesoro mio, è una durissima prova, ma non lo stiamo perdendo, si tratta solo di rimandare di un po’ il suo arrivo. Se il nostro amore è sincero e non teme ostacoli, così come sono convinto che sia, ci ritroveremo e riavremo quello stesso meraviglioso bimbo, le stesse manine, lo stesso nasino, lo stesso bel musetto, la differenza è che stavolta avrà anche il suo papà accanto. “ le fa capire lui, con le lacrime agli occhi.

“Monica, ti fidi di me, vero?” chiede conferma lui.
“Io ti amo!” risponde lei, con un filo di voce.
“Era tutto quello che volevo sentirti dire!” sorride lui, cominciando a sbiadire.
“Quindi ora sparirai di nuovo? Ma non è un addio, vero?” si accerta lei, commossa, accarezzandogli il volto.
“No, amore, te l’ho detto. Il nostro è un arrivederci!” la rassicura lui, prima di scomparire del tutto.

TBC


scusate per la lunghezza, vabbè non è nemmeno fra i capitoli più lunghi che ho scritto .

non so quanto ci metterò a finirla, devo ancora schiarirmi le idee in merito, voi armatevi di taaaaaanta pazienza.

spero vi piaccia, ma, ovvio, sono aperta a qualsiasi critica, perciò ditemi pure qualunque cosa vi passi per la testa ;)

Grazie a chiunque leggerà, alla prossima!

Edited by HappyEnd - 6/6/2010, 18:15
 
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HappyEnd
view post Posted on 9/6/2010, 12:29





la continuo anche di qui :P

Capitolo I: Ricominciamo

Tutto contento per l’incontro appena avuto, Michele fa ritorno in Paradiso, fischiettando allegramente.
Non ha nessuna cosa da raccogliere, ha solo tanta voglia di andarsene.
“Grazie ancora di tutto. Arrivederci.. magari non così presto, facciamo tra quaranta.. anche cinquant’anni eh?” esclama, scendendo le scale.
Gira a destra, ma poi ritorna sui suoi passi, decide di svoltare a sinistra, ma si perde nuovamente.
“Gentilmente, qualcuno mi può spiegare come se esce da sto posto?” domanda, un po’ spazientito.
“Un po’ di rispetto. ‘ Sto posto ‘ è pur sempre il Paradiso!” gli risponde dall’alto Angelica, un po’ scocciata.
“E’ vero, chiedo scusa. Mi tratterrei anche a salutarvi tutte come si deve, ma ho una certa fretta… “ spiega lui.
“Di ritornare giù?”
“Precisamente. “
“Per ritrovare Monica?”
“Vedo che hai colto nel segno!”
“Perché tu credi che sia così facile, che la riconquisterai sapendo già perfettamente cosa detesta e cosa invece adora?” lo interroga Angelica.
“Non sarà così, vero?” comincia a temere Michele.
“Eh no. Michele, noi facciamo già un enorme strappo alla regola a rispedirti giù e riportare indietro il tempo. Tu ricorderai la tua esperienza qui, e tutte le vicende dei tuoi amici, ma questo non ti autorizza certo a modificare gli eventi, mentre per loro sarà come se tu non fossi mai morto, sarai solo stato fuori città. Tuttavia, non ricorderai nulla di.. “
“Monica. “ conclude lui per Angelica.
“Esatto, né lei, né tutto ciò a lei collegato.!” chiarisce lei.
“Eh no, però , così non vale, siete tremendi!” si lamenta lui.
“Si sa, quassù un po’ di sacrificio è sempre apprezzato, quindi dovrete faticare un po’. Se no, scusa, sarebbe troppo facile, ti pare?” si giustifica lei.
“Insomma, siete un po’ della scuola ‘A essere troppo buoni si è coglioni ‘ !”
“Michele!! Di nuovo con le parolacce, e su!” lo rimprovera Angelica.
“Chiedo scusa, m’è scappata. Allora, da quando me ne andrò di qui non ricorderò più nulla di Monica?” riepiloga lui.
“Assolutamente nulla. Tanto per cominciare, crederai di esser morto in un incidente con l’auto, non certo al vostro quasi-matrimonio. Tanto l’hai detto anche tu, no? Se è destino vi ritroverete.. “
“E’ vero, l’ho detto. Quindi, ora che ho avuto tutte queste ‘istruzioni per l’uso ‘ posso andarmene da qui?”
“Sì, concesso.”
“Che dire? Grazie del soggiorno, mi avete davvero fatto sentire al settimo cielo!” si congeda lui.
“Veramente qui siamo solo al terzo!” lo corregge Angelica.
“Vabbè, fa lo stesso. Allora, cortesemente, qualcuno adesso questa benedetta uscita me la vuol indicare sì o no?”






“Ragazzo,guardi che le uscite l’hostess le ha indicate più di un’ora fa. E poi non le conviene nemmeno provare a uscire adesso, siamo in pieno volo!” lo avvisa una signora anziana, seduta nel sedile accanto al suo.
Michele si guarda attorno: è ancora in cielo ed è circondato dalle nuvole, la differenza è che ora si trova a bordo di un aereo.
Non riesce a capacitarsi bene di cosa sia successo da un secondo all’altro. Da anche un’occhiata a se stesso e s’accorge che non è nemmeno più vestito di bianco, ora indossa blu jeans e un maglione nero.
Inoltre, ha con sé un bagaglio a mano, il che lo porta a pensare di averne imbarcato anche uno più grande.
Tuttavia è un’altra la cosa che lo lascia esterrefatto.

“Vuol dire che lei riesce a vedermi e sentirmi? Sul serio?” le domanda lui, scombussolato.
“Oh, poverino, che brutta cosa, rovinarsi così alla sua età. La smetta di prendere quella robaccia, è ancora in tempo per uscirne!” si preoccupa l’anziana signora.
“Signora, guardi che io sto benissimo!” chiarisce lui, stizzito.
“Buon per lei, ma se fa domande del genere qualche problema ce l’ha!” ribadisce lei, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
“No, non ha capito, è solo che stavo cercando di accertarmi di una cosa.. non è che mi toccherebbe?” le chiede lui.
“Pervertito!” sbotta la signora, disgustata.
“No, no, ma che ha capito? Poi senta, se io so’ pervertito, lei è un’illusa. Non dirigo certo quel genere di interesse verso donne della sua età.. “ mette subito in chiaro lui, per poi ricorrere al suo fascino irresistibile.
“Anche se di tutto rispetto, complimenti, quei settant’anni non li dimostra affatto!” aggiunge suadente.
“Ne ho ottantuno.. adulatore!” ridacchia ammaliata la sua interlocutrice.
Michele però ha un’altra domanda da farle.
“Senta, gentilmente, non è che lei sa dirmi dov’è diretto questo aereo?”
“Scusi, ma lei tende spesso a prenotare voli di cui non conosce la destinazione?” domanda lei, allibita.
Michele comincia a perdere la pazienza.
“E lei non tende mai a farsi i cazzi suoi?”

<< Attenzione prego! >> annuncia all’improvviso una voce femminile dagli altoparlanti.

“Ecco, mo mi rimproverano dall’alto perché ho detto un’altra parolaccia. Sta’ a vedere che hanno cambiato idea e mi riportano indietro.. “ teme il peggio lui, mentre la Signora lo guarda sempre più perplessa.

<< Si avvisano i Signori viaggiatori che stiamo per atterrare a Roma >> conclude l’annuncio l’altoparlante, mentre Michele tira un sospiro di sollievo per il falso allarme.

Si rivolge nuovamente alla vecchietta, con aria trionfante e vagamente indisponente.
“Ha visto? Qualcuno alla fine si è degnato di dirmi dove stiamo andando!”
“Screanzato!” borbotta l’anziana signora, offesa.
“Rompiscatole!” replica lui allo stesso modo.


****************************************** (Contemporaneamente )

“No, Laura, scusa, che significa che non vieni ? Hai circa un mese di tempo per sceglierle quella dannatissima torta, devi farlo proprio oggi? Quindi, quella vecchiaccia inacidita me la devo sorbire da sola? Bene, ne terrò conto al prossimo permesso che mi chiederai!”sbotta Monica, riattaccando il cellulare, mentre parcheggia l’auto.
Ricorda ancora la sera precedente, quando da Milano il capo le ha telefonato dandole l’ordine tassativo di andare a prendere sua madre e farle visitare Roma fino a tardo pomeriggio, quando le avrebbe raggiunte anche lui.
Lei aveva subito chiesto aiuto alle sue amiche, ma tutte avevano impegni irrevocabili. Tutte tranne Laura, almeno fino a quella mattina.

< Ma che c’è lo scritto in fronte ‘vecchia-sitter ‘ ? Gran bel modo di iniziare la settimana ! > pensa innervosita, mentre si avvia agli arrivi dei voli e attende che atterri quello che le ha segnalato il suo capo.

--------------------------------

Senza perdere altro tempo, Michele è già andato a recuperare il suo bagaglio, seminando di parecchi metri la sua insopportabile vicina di posto.
L’attesa non è lunga e in breve riesce a riconoscerlo e appropriarsene.
Ma quello era solo il minore dei suoi problemi. Infatti, si siede su una panchina libera, riflettendo su quanto è successo.

< Bene. Sono tornato vivo, sono sulla Terra, sono a Roma. Ma devo aspettare qualcuno? Forse Paolo sta venendo a prendermi ? Devo andare io da lui? Ma soprattutto.. ce l’avrò ancora il mio ristorante? Di quanto siamo tornati indietro nel tempo? > si pone una domanda dietro l’altra, nella più assoluta confusione, fissando la vetrata.

Non c’è nemmeno un calendario nei paraggi che lo possa aiutare. Sa che se si mettesse a chiedere a un passante che giorno, che mese e che anno è lo prenderebbero per un pazzo.
Certo, gli basterebbe andare in un’edicola, comprare un quotidiano e vedere che data reca, ma non è abbastanza lucido per trovare quella soluzione.

****************************** (Contemporaneamente)

Monica guarda annoiata tutti i passeggeri del volo che in breve si dileguano, tutti tranne quella che aspetta lei.

< Ma quanto ci mette ? Signora, guardi che non abbiamo l’intera mattinata! > pensa, sbuffando, mentre cerca nella borsa il suo specchietto per darsi una sistemata ai capelli. Frugando le scivolano dalla borsa penna e bloc-notes che provvede subito a raccogliere, chinandosi nella direzione in cui sono caduti.

Ed è lì che si accorge di qualcosa che prima non aveva visto: seduto poco distante da lei c’è un uomo aitante, dai capelli neri e la barba incolta e la sua aria di mistero è accentuata dal fatto che è estremamente assorto nei suoi pensieri, mentre guarda fuori da una vetrata.

< Posso fare a cambio e mostrare la città a lui? > pensa, continuando a guardarlo.

Decide che rimanere lì ferma non l’aiuterà di certo, quindi è in procinto di avvicinarlo, non importa come, le verrà in mente una scusa credibile quando sarà davanti a lui.

Ma la donna non riesce ad attuare il suo piano.

“Tu devi essere Monica, giusto?” domanda una voce alle sue spalle e voltandosi Monica si trova davanti l’anziana signora che stava aspettando.
“Esatto e sono qui per mostrarle la città, Signora!” sorride forzatamente lei.
“Un tempismo perfetto, accidenti a te!” sibila tra i denti.
“Come, cara?”
“No, niente, lasci perdere. Piuttosto, mi dica, ha fatto buon viaggio?” cambia argomento lei.
“Sì, se non fosse stato per quel giovanotto che avevo vicino di posto, così strambo e maleducato, un tale buzzurro!” racconta lei.
“Immagino, Signora, ne è pieno il mondo… “ commenta Monica, mentre a malincuore la conduce alla sua macchina, senza nemmeno voltarsi indietro un’ultima volta.


******************************* (Contemporaneamente)

Tutto quel vociferare improvviso nelle sue vicinanze ridesta Michele dai suoi pensieri. Smette di guardare fuori dalla vetrata e si concentra sulla provenienza delle voci.
Riconosce subito, da lontano, la sua insopportabile compagna di volo, ma ciò che cattura la sua totale attenzione è la donna che è con lei.
L’ha vista solo di spalle, ma osserva affascinato quei riccioli selvaggi di un bel rossiccio tendente al biondo agitarsi mentre cammina, una camminata esageratamente sicura e imponente, nonostante i tacchi alti.
L’unico suo rammarico è che quelle belle gambe si lascino intravvedere poco da quel gonnellone a fiori che lui reputa troppo lungo.

Si alza, nel tentativo di continuare a seguirla con lo sguardo e magari riuscire a vederla anche in volto, ma qualcuno lo distoglie.
“Michele, finalmente ! Non ti trovavo più, dove ti eri cacciato?” esclama Paolo, andandogli incontro.
“Paolo! Paolooo ! Sei davvero tu! “ esulta lui, vedendo il suo migliore amico, correndo ad abbracciarlo stretto e cercando di sollevarlo pure.
“Sì, ok, d’accordo che non ci vediamo da un po’, ma mi sembra esagerato. Sono anche salito a trovarti qualche giorno, l’altro mese, no? Così sembra che non mi vedi da una vita!” commenta l’amico, staccandosi.
“L’hai detto!” si lascia sfuggire Michele.
“Come, scusa?” lo guarda confuso Paolo.
“Nieeeente. Lascia staaaaare!” cantilena lui, facendo spallucce lui, come se la cosa fosse di poco conto.

“Sono così contento che sei tornato stabilmente qui!” sorride Paolo, mentre si avviano all’uscita.
“Come stabilmente?” domanda confuso l’amico.
“Ma sì, non ti ricordi? Quando hai lasciato il lavoro di agronomo e ti sei trasferito a Milano a rincorrere il tuo sogno, dicendo che come città aveva più possibilità da offrirti? Ora capisco che ti dispiaccia che sia andata male con il ristorante che hai aperto là, ma dimenticartelo addirittura!” lo prende in giro Paolo, pensando che stia scherzando.

< Ah sì, me l’avevano detto. Per tutti è come se io sia stato fuori città! > si ricorda Michele.

“Ma sì, dai, Milano non fa per me, sto molto meglio qui!” risponde lui, con nonchalance.
“Vero. Poi sei fortunato, sai? Il tuo appartamento che avevo affittato a uno studente, si è liberato proprio settimana scorsa, insomma, hai di nuovo casa tua!” lo informa Paolo.
“Perfetto. E.. ho intenzione di aprire un ristorante qui, giusto?” chiede conferma lui.
“Mi prendi in giro? Sei tornato apposta per questo, settimana prossima hai appuntamento per vedere il locale.. “ risponde l’altro.
“E dire che da Milano a Roma non si soffre il jet-lag !” aggiunge, guardandolo preoccupato.
“Ma sai, io arrivo da un po’ più su di Milano.. “ borbotta Michele.
“Lo sapevo, hai scelto uno di quei voli low-cost pieni di scali, che ti fanno partire da posti improponibili a orari improponibili? “ deduce il suo amico.
“Più o meno.. qualcosa del genere.. “ sta sul vago lui.
“Vabbè, l’importante è che ora sei qui e mi aiuterai con il mio matrimonio. Stavolta non la lascio più all’altare, la mia Laura me la sposo per davvero!” gongola felice lui.
“Ah, ecco dove siamo tornati! Al tuo secondo tentativo di sposarla!” pensa Michele ad alta voce, capendo finalmente la collocazione temporale.
Paolo lo guarda sempre più preoccupato.
“Michele, fattelo dire, a te volare fa davvero male!”

----------------------------------------------------
A fine giornata, Monica torna in redazione, felice che il capo sia venuto a riprendersi sua madre.
Laura è l’unica rimasta, Elio e le altre sono già tornati a casa.
“Avevano tutti molto da fare!” risponde Laura a quella domanda che Monica nemmeno le ha fatto.
“Hanno sempre tutti molto da fare. Tu perché sei ancora qui?” le chiede.
“Devo finire di rispondere a una lettera e a casa non riesco a concentrarmi bene. . “ spiega lei.
“E ti concentri bene mettendo le statuine della torta sulla tua scrivania?” commenta pungente Monica.
“Vabbè, quello era un break! Hai visto che belle? Le ho scelte proprio bene!Sono anche più belle di quelle della prima volta!” sorride , mostrandogli le statuine degli sposi molto somiglianti a lei e Paolo, facendole baciare uno con l’altra e canticchiando la marcia nuziale.
“Ormai sei irrecuperabile!” alza gli occhi Monica, ma la verità è che è felice per lei.

“Piuttosto, scusami per oggi, lo so che ti avevo dato la mia parola, ma.. “ torna seria Laura, mettendo via le statuine.
“Figurati, in fondo non è stato poi così male, almeno non in aeroporto.. “ commenta Monica.
“Perché? Hai fatto incontri interessanti?” si incuriosisce l’amica.
“Non è stato proprio un incontro, anzi… forse non è stato nemmeno reale, avrò avuto un’allucinazione per il troppo stress, anche se sembrava più uno di quei miraggi che si hanno nel deserto.. “ racconta l’altra, sedendosi sulla scrivania dell’amica.
“Allora, cosa o chi credi di aver visto?” domanda Laura, sempre più curiosa.
“L’uomo più affascinante del mondo!” risponde Monica, con un sospiro e l’aria sognante.

TBC



io mi sono divertita parecchio a scrivere questa parte, spero che abbia divertito anche voi leggerla.
ah, niente contro la Liskova ma.. qui Laura ha le sembianze della Rocca, per me è lei la Laura autentica!
Come sempre, liberi di dirmi qualunque cosa pensiate.
alla prossima

 
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Rinoa92
view post Posted on 9/6/2010, 16:59




Questa fan fiction mi appassiona sempre più. :wub:
Continua, mi raccomando. Sei molto brava. ^_^
 
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HappyEnd
view post Posted on 10/6/2010, 19:46




grazieeee!! sn contenta che ti piaccia ^_^
 
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Rinoa92
view post Posted on 10/6/2010, 22:03




Mi raccomando, continua presto! :)
 
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HappyEnd
view post Posted on 15/6/2010, 12:05




in inevitabile ritardo.. ma rieccomi! :P

spero vi diverta anche questa parte ^_^

Twice (capitolo II)
Jun. 15th, 2010 at 12:35 AM


in inevitabile ritardo.. ma rieccomi!

spero vi diverta anche questa parte

Capitolo II : Eccoti

“Gente, non perdiamo tempo! Domani dobbiamo uscire col nuovo numero e bisogna trovare un editoriale efficace!” irrompe in redazione Monica, diretta verso la scalinata che conduce al suo ufficio.
Elio la raggiunge sotto le scale, come folgorato.
“Non ci posso credere! Che giorno glorioso! “
“Elio, si può sapere che ti prende?” gli chiede Monica confusa.
“Hai detto ‘Gente ‘, gente, hai capito? Gruppo complessivo di persone che non discrimina fra maschi e femmine!” spiega lui, sempre più compiaciuto.
Monica preferisce ignorarlo e va nel suo ufficio.
Dopo qualche minuto in cui ha controllato la sua agenda, scende di nuovo, con l’intento di organizzare una riunione di gruppo.
“Ragazze, tutte a raccolta, grafica inclusa!”
Elio raggiunge tutte, guardandola malissimo.
“Allora dillo che lo fai apposta!”
“Ovvio che sì!” replica lei, con aria perfidamente soddisfatta.

“Ho deciso, parliamo di un argomento sempre molto apprezzato: ‘ Alla ricerca dell’uomo ideale. ‘ Come lo vogliamo? Che requisiti deve avere? Forza, ognuno dica la sua, così poi scrivo l’articolo.. “ incita tutti Monica, sedendosi sulla scrivania, postazione dalla quale riesce a dominare ognuno dei presenti.
“Monica, non c’è che dire, hai sempre queste idee così esplosive… chissà come ti vengono!” commenta Laura con un sarcasmo nemmeno troppo velato.
“Le grandi menti pensano in grande!” si difende la sua amica.
“Visto che parli tanto, perché non lo descrivi per prima tu il tuo uomo ideale?” la sprona.
“Ma io l’uomo ideale ce l’ho già. E me lo sposo pure!” esulta lei, con un sospiro romantico.
“Sì, tesoro, ce lo ricordi almeno trecento volte al giorno!” borbotta la riccioluta.
“E ti prego, non mostrarci più le statuine della torta!” le intima subito dopo.

“Laura, si vede che ti accontenti di poco.. “ commenta glaciale Lea.
“Il mio uomo ideale deve essere facoltoso, con un conto corrente di tutto rispetto e un lavoro redditizio!” sentenzia la bionda.
“Bastava anche solo dire ‘ricco ‘, sai? Comunque, complimenti, Lea, il materialismo a te fa un baffo!” replica Monica, mentre prende appunti.
“E cosa forse ancora più importante, non deve perdere la testa per quelle più giovani!” aggiunge quasi ringhiando Lea, ancora furibonda col marito che l’ha lasciata.
Rosa le da una pacca di conforto sulla spalla e si prepara a parlare.
“Il mio uomo ideale deve amare i viaggi. E, ovvio, deve adorare i bambini, Ecco, deve amare viaggiare con i bambini!” sorride sognante.
“Ma scusa, Rosy, non hai già tuo marito?” le fa osservare Laura.
“Sì, certo, mio marito!” ripete lei, molto poco convinta.

“Poche storie. Il mio uomo ideale deve saperci fare a letto!” interviene Maya.
“Maya, questo non è l’uomo ideale, è semplicemente ogni tipo di uomo che scegli tu!” le fa notare Monica.
“No, non è vero, mi capitano anche gli imbranati. Ma che ci vuoi fare, io una possibilità la do a tutti!” si difende la ragazza.
“No, tu la dai a tutti e basta!” si sente in dovere di precisare la direttrice.
Maya fa spallucce, sapendo già che non può replicare.

“L’uomo ideale anche in mezzo a una folla di sole donne deve farsi notare per la sua mascolinità !” commenta Elio, desideroso di riempire il silenzio che è calato.
“Certo, e sai quant’è stato virile intromettersi in questo discorso per sole donne?” sottolinea subdola Monica.
“Ma.. scusa, sei tu che mi hai convocato in riunione!” ribatte lui.
“Sì, ma era solo per discutere delle foto di repertorio e dell’impaginazione, non mi aspettavo che ti animasse un argomento così tinto di rosa, tanto da voler partecipare attivamente alla discussione!” precisa lei, sempre più subdola, con le altre quattro che ridacchiano in sottofondo.
“Basta, non ce la faccio più, rimanere in questo posto mi ucciderà!” alza gli occhi il povero grafico.

“E per te, Monica? Dicci un po’, come deve essere il tuo uomo ideale?” le chiede Maya.
Monica sorride, togliendosi gli occhiali e mettendosi una bacchetta fra i denti.
“Deve solo esistere!”

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Pensando che il suo amico avesse bisogno d’aiuto dopo esser stato via per tanto tempo ed essere tornato solo il giorno prima, Paolo ha ben pensato di passare da Michele , proponendosi di aiutarlo a riassettare un po’ l’appartamento e andar al supermercato a comprare tutto il necessario.

Questo ha portato via ai due l’intera mattinata, mentre rincasano stanchi, ma soddisfatti, poggiando sul tavolo varie borse.
“Quanto mi mancava fare la spesa!” esulta Michele, mentre disfano le borse.
“Io non ci vedo tutta questa allegria, anzi, abbiamo pure beccato la cassa con più coda in assoluto. Altro che Esselunga, la dovrebbero chiamare Cassalunga!” borbotta Paolo.

Michele non lo ascolta nemmeno, la sua prima preoccupazione è infilarsi nuovamente il suo adorato grembiule, afferrare gli ingredienti principali e mettersi all’opera.

“Ti va una birretta?” propone Paolo, stappandone due bottiglie e porgendogliene una.
“Che bello, birra. Quanto mi mancava!” esulta l’altro bevendola con gusto.
Paolo lo osserva stranito.
“Ho quasi paura ad offrirti le patatine!” mormora tra sé e sé, allungandogli il sacchetto.
“Uh, patatine! “ esclama l’altro, prendendone una manciata.
“Non ricordavo più che erano così buone!” bofonchia soddisfatto, a bocca piena.

Paolo è sempre più perplesso, ma preferisce non dirgli nulla, soprattutto quando gli suona il cellulare e decide di allontanarsi per rispondere.
“Laura, tesoro mio, ciao!” esclama, felice di sentirla.
“Ciao, amore, tutto bene?”
Paolo osserva Michele, che si è nuovamente allontanato dai fornelli per accendere la televisione.
“Sì, che bello, la posso vedere di nuovo a colori!” gioisce soddisfatto.

“Ma.. più o meno, diciamo.. “ risponde a Laura, un po’ confuso.
“Invece stamattina sul lavoro è stata una giornata molto interessante, abbiamo discusso di un argomento che mi ha fatto venire un’idea, forse un po’ pazzerella.. “ ridacchia lei.
“Cosa?”
“Quel tuo amico.. quello che è tornato in città ieri.. “
“Michele?” la aiuta lui.
“Sì, scusa ma non mi ricordavo il nome, del resto non l’ho mai visto, nemmeno quando c’è stato il nostro matrim.. cioè il quasi, quello prima, quello dove mi hai lasciat.. “
“Sì, amore, non c’è bisogno di ricordarlo, concentriamoci su questo, dove stavolta andrà tutto a meraviglia!” la rassicura lui.
“Ad ogni modo, che c’entra Michele?” le domanda.
“Dimmi, il tuo amico è fidanzato?” chiede lei.
Paolo per poco non scoppia a ridere.
“Lui?! No, no, non è proprio il tipo. Ma, Laura, scusa, com’è che mi stai facendo tutte ‘ste domande su di lui? Mi devo preoccupare?” si agita.
“Gelosone che non sei altro, non è mica per me. Lo chiedevo per Monica, sai, la mia amica, no?” chiarisce lei.
“Ah. Però non ho capito comunque!”
“E’ semplice, loro saranno i nostri testimoni, quindi è bene che si conoscano, che dici? Io pensavo di organizzare una cena a quattro, così li presentiamo. E poi, chissà, magari da cosa nasce cosa. O male che vada, sarà comunque una serata piacevole!” sentenzia lei.
“Sai che non è affatto male come idea? “ approva lui, mentre Michele continua a cucinare ignaro

“Perfetto, allora dai, organizzo per settimana prossima, martedì. Spero che faccia piacere a Monica, le farà bene conoscere qualcuno. Sai, anche se ci frequentiamo da poco è a tutti gli effetti la mia migliore amica, mi sembra di conoscerla da sempre!” commenta lei.
Paolo è nuovamente distratto dal fatto che Michele ha intravvisto qualcosa sul tavolo e si è avvicinato.
“Paolo, non avevo visto che avevi preso anche il giornale! Mi mancava leggerlo, sai là mi davano solo pesantissimi manuali di istruzioni.. “ gli urla Michele, assalito dall’ennesima ondata di entusiasmo, sfogliando qualche pagina.

“Invece lui è il mio migliore amico da quand’eravamo ragazzini.. ma mi sembra di non conoscerlo più!” le risponde Paolo, riattaccando.

Un po’ timoroso, Paolo si avvicina all’amico.
“Tutto ok?” gli chiede.
“Alla grande!” risponde Michele, senza nemmeno alzare gli occhi dal giornale.
“Bene. Ascolta, Laura settimana prossima organizza una cena, così te la presento.. “ comincia Paolo.
“Mi sembra ottimo!” sorride Michele.
“Sì, ma il punto è che non saremo solo noi tre, ci sarà anche una sua amica.. “ lo avverte.
“Ah, quindi è una cena a quattro. Ancora meglio, sarà un’occasione per sfoderare ancora le mie doti di rubacuori!” fa un sorrisetto lui, tornando ai fornelli.
“Ma se da ieri da qui a casa sei riuscito a flirtare con un’hostess, una cameriera, una giornalaia, una passante e perfino la taxista, che ci ha pure offerto la corsa? Senza contare con la cassiera stamattina!” gli ricorda Paolo.

“Sì,ma quella è robetta, sono solo flirt. Invece sono passati mesi da quando… “ si lascia sfuggire Michele.
Paolo lo guarda sconvolto.
“Cosa?! Non mi dirai che a Milano... niente.. “
“Diciamo che a ‘Milano ‘ non c’è mai stata occasione.. “ sta sul vago lui.
“Ma come? Tu, il grande conquistatore?” borbotta incredulo l’altro.
“Sì, io, il grande conquistatore. Che te devo dì? Ero troppo indaffarato col mio lavoro di sorveglianza!” ribatte Michele, parlando un po’ troppo per la seconda volta.
“Ma scusa, non fai lo chef?” lo mette alle strette Paolo.
“E.. appunto. Sorveglianza… della cucina. E ti assicuro che non era impresa facile, specie quando *qualche ingrediente * non mi ascoltava e faceva sempre di testa sua!” si giustifica Michele, con un tono di rimprovero nell’ultima parte.
“Ma.. perché? Mi stai dicendo che tu.. tu parlavi con gli ingredienti?” balbetta Paolo, guardandolo quasi terrorizzato.
“ Solo quand’era indispensabile..” alza gli occhi Michele.
“Michele, a te non fa bene neanche cucinare!” sentenzia preoccupato il suo amico.
“Assaggia prima questo e poi ripetimelo se hai il coraggio!” lo chiama a sé, facendogli assaggiare una cucchiaiata di sugo allo scoglio.
“Uh, come non detto, tu devi cucinare eccome! “ rettifica Paolo, appagato. “Questa roba è divin..”
“No, non lo dire!” gli tappa prontamente la bocca Michele.
“Ma che ti è preso?” domanda sconcertato Paolo.
“Mi puoi dire che sono bravo, che ci so fare, che sono formidabile. Ma così è un po’ troppo sacrilego! Fidati, io lo so!” risponde l’altro, guardando in alto.

----------------------------------------------------------------

La settimana sembra volare, giunge il fatidico martedì e Michele lo inizia nel migliore dei modi, perché nel pomeriggio ha concluso positivamente l’affare, diventando proprietario di quello stesso locale che nei mesi passati lo aveva riempito di soddisfazioni.
Infatti, rimane fuori a osservarlo compiaciuto anche sul fare del tramonto, immaginandoselo già arredato come desidera lui, come in fondo è già stato arredato precedentemente, è solo questione di giorni.
Michele sorride soddisfatto.

< Alla cena di stasera avrò qualcosa da festeggiare! >

Sta per tornare a casa a prepararsi, quando qualcosa, o meglio qualcuno, lo fa rimanere.
Da lontano vede una donna che fa jogging. Non è una donna qualunque , l’ha già vista qualche giorno prima. E’ vero, non aveva avuto modo di vederla completamente, ma sarebbe capace di riconoscere fra mille quei bei riccioli rossi indomabili. E ora che riesce a vedere anche il resto, non può che continuare ad osservarla affascinato.

******************* (Contemporaneamente)

Monica ha finito di lavorare da almeno mezz’ora, ma anziché tornare a casa ha pensato bene di cambiarsi nel bagno della redazione e andare a fare un po’ di jogging all’aria aperta, in un posto poco frequentato dalle macchine, lontano dallo smog cittadino.
Non è un improvviso desiderio di riconciliarsi con la natura a spingerla a fare questo. No, lei lo vede solo come un obbligo imprescindibile di buttare giù qualche chilo di troppo, in vista di quelli che sa già che finirà per accumulare con la cena di quella sera.
Quasi si pente di aver accettato.
E’ sfinita, non ne può più, così adocchia il primo muro disponibile e ci si appoggia, ansimando faticosamente.
Si accorge dopo qualche istante di un’altra mano poggiata vicino alla sua e quando alza lo sguardo per poco non perde la presa: di fronte a lei c’è il misterioso uomo affascinante che ha intravvisto all’aeroporto e che ora le sta sorridendo, guardandola dalle lenti scure dei suoi occhiali da sole.
“Tutto bene?” esclama lui, continuando a sorriderle.
Lei si limita solito a sorridere in risposta, ancora col fiatone.

“Giuro che non vorrei sembrarle banale o scontato, ma… ho l’impressione di averla già vista!” mormora lui.
“E io credo che l’impressione sia reciproca!” risponde lei, con affanno, mentre tenta di riprendere fiato.

“Ma che si stanca a fare? Lei non soltanto è in forma ma è proprio perfetta così com’è!” continua Michele con voce suadente, facendo allargare il sorriso di Monica.
“Permette?” si offre, notando la sua scarpa slacciata e chinandosi per allacciargliela, appoggiando il piede al suo ginocchio.
“Molto gentile, grazie!” sorride lei, rapita.
“E’ un privilegio. “ risponde lui, abbassandosi gli occhiali, prima di rialzarsi.
“Lei non è fidanzata, vero?” le domanda a bruciapelo.
“Come fa a saperlo, scusi?” domanda a sua volta lei, nervosamente.
Michele si toglie del tutto gli occhiali, fissandola con intensità.
“Nessun uomo sano di mente la lascerebbe correre da sola così, privandosi del piacere della sua compagnia. “
Sentendo quelle parole, Monica va in brodo di giuggiole.

< Ma sta succedendo proprio a me ? > pensa, continuando a sorridergli.

“Poi scusi, si vede anche dai suoi occhi” aggiunge Michele.
“Perché? Che cos’hanno i miei occhi che non va?” domanda lei, un po’ agitata, senza però smettere di sorridergli.
“Sono bellissimi, ma un po’ tristi.. “ risponde lui languido.
Monica sente che sta per sciogliersi.

“Sa, mi duole molto interrompere un così bel momento tra noi, ma ho un impegno.. “ l’avverte lui, a malincuore.
“Sì, in effetti stavo andando via anch’io.. “ mormora lei, disillusa.
“Guardi, io ne farei volentieri a meno e mi tratterrei con lei, ma sa.. l’ho promesso al mio migliore amico e per gli amici si fa tutto.. “
“Lo capisco, non si preoccupi, ci saranno altre occasioni, forse.. “ cinguetta lei.
“Per di più è una delle cose più patetiche che esistano. Mi hanno organizzato una cena a quattro, con una che nemmeno ho mai visto, solo perché è l’amica della fidanzata del mio amico. Di sicuro sarà una sfigata, noiosissima, petulante e disperata, una di quelle arrivate all’ultima spiaggia, ha presente?” continua lui, non capendo perché lei abbia smesso di sorridergli.

Anzi, si direbbe che ora lo stia fulminando con quei suoi bellissimi occhi.
“E ce l’ho presente sì, direi! Eccola qua, la tua sfigata, noiosissima, petulante, disperata, arrivata all’ultima spiaggia!” sbotta lei.

< Uomo ideale un corno! > pensa furibonda.

“Mi stai dicendo che tu.. sei l’amica di Laura?” deduce lui.
“E tu l’amico di Paolo!” conclude lei, sempre più innervosita.
Michele sorride, avvicinandosi a lei.
“Ma è fantastico!”
“Fantastico, un paio di palle! E così, invece di andarti a preparare te ne vai a zonzo a broccolare la prima che passa? Chissà quante volte lo fai. E se passava qualcun’altra? A quest’ora eri con lei a ridere di me e di questa maledetta cena alla quale ti hanno forzato a partecipare, evidentemente. Beh, sai che ti dico? Nemmeno io facevo i salti di gioia, pensavo mi sarebbe capitato l’ennesimo imbranato o iper appiccicoso e invece mi becco uno stronzo, per di più cafone!” sbraita lei, inviperita.

“In effetti forse era meglio se passava di qui una meno inacidita di te. Ma tu guarda se devo stare qui a farmi insultare da una pazza isterica, paranoica di prima categoria! Non c’è da chiedersi perché tu non sia fidanzata!” sbotta lui.

“Come ti permetti? Guarda che se lo ripeti ti scortico vivo!” lo minaccia lei
“Ma se non c’hai nemmeno fiato per fare una corsetta!” la sfotte lui.

“E comunque a questo punto, direi che la cena è definitivamente saltata! “ sbotta lui, in procinto di andarsene, ma lei lo raggiunge.
“Eh no, carino, non pensarci nemmeno!” lo contraddice.
“Quei due si sono sbattuti tanto per farci conoscere e quindi per farli felici non solo questa stramaledettissima cena si farà , ma tu sarai impeccabile e passeremo una serata incantanevole!” gli impone, sbraitando nell’ultima parte e puntandogli più volte l’indice contro il petto, prima di allontanarsi inviperita.


< Si, certo, le premesse per passare una serata incantevole ci sono tutte.. > pensa sarcastico Michele, sbuffando innervosito ma sotto, sotto anche un po’ divertito dal suo caratterino battagliero.


TBC

Ebbene sì.. ho usato la scena di quel fa-vo-lo-so primo incontro ( per di più, per tirar giù i discorsi me la sono rivista una dozzina di volte.. awwww ) , era troppo bello per lasciarlo inutilizzato.. però ho spostato i tempi e, come avrete notato ho cambiato qualcosina!

E nel prossimo capitolo li vedrete alle prese con la fantomatica cena a 4, ecc…

Spero continui a piacervi , ma sono anche aperta a critiche, come sempre!

Edited by HappyEnd - 15/6/2010, 13:29
 
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Rinoa92
view post Posted on 15/6/2010, 14:36




Bellissimo, mi è piaciuto molto la ripresa della scena del loro primo incontro. :wub:
Non vedo l'ora di leggere la scena della cena a 4! So che ci sarà da divertirsi! :P
 
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HappyEnd
view post Posted on 25/6/2010, 12:28




Scusate il ritardo, rieccomi!
Grazie infinite Rinoa ^_^

E ora, si continua..


Capitolo III: Cuori in tempesta

“Dai, Michele, muoviti, siamo in ritardo, poi Laura chi la sente se no!” lo sprona Paolo, scendendo dalla macchina dell’amico.
“Ma dai, saranno sì e no cinque minuti al massimo. E poi di che ti preoccupi? Non dici sempre che ti piace litigare con Lauretta tua così poi fate pace da bravi piccioncini?” lo sfotte l’altro.
“Ah-ah, spiritoso. Io almeno qualcuno con cui far pace ce l’ho!” ribatte l’altro.
“Però, chissà, forse da stasera, può darsi che con l’amica di Laura… “ aggiunge sornione.
“No, non credo proprio!” lo fa desistere lui, mentre si avviano al ristorante che ha prenotato Paolo.
“Ma come fai a dirlo? Non l’hai nemmeno vista ancora!”
“Già, è vero. Che vuoi che ti dica? E’ un presentimento... “ alza gli occhi lui.

*********************************** (Contemporaneamente)

“Ecco, lo vedi? Già cominciamo bene. E’ anche in ritardo!” fa presente Monica all’amica, indicandole l’orologio, mentre attendono all’ingresso del ristorante.
“Ma dai, cinque minuti non è ritardo! E poi di certo sarà colpa di Paolo, lui è costantemente in ritardo.. “ commenta Laura, mentre guarda fuori.
“No, di sicuro sarà colpa del suo amico e già questo ti dimostra quanto ci tiene ad essere qui!” ribatte l’altra.
“Ma come fai a giudicarlo già? Nemmeno l’hai incontrato ancora!” le fa osservare Laura.
“Ti dirò, ho una specie di sesto senso per ‘ste cose.. “

“Lascia perdere il tuo sesto senso, stanno arrivando!” l’avvisa l’amica.
Per quanto sostenga che le importi poco o niente di quella serata, Monica si da comunque una veloce controllata a pettinatura e trucco per accertarsi di essere a posto.

I due uomini fanno il loro ingresso.
Per prima cosa Paolo va a baciare la sua futura sposa, scusandosi per il contrattempo che hanno avuto.
“Tranquillo, non è successo niente. Allora, Monica, lui è Michele. Michele, lei è Monica, la mia migliore amica!” sorride Laura, facendo le presentazioni.

Nelle poche ore precedenti a quell’evento i due hanno avuto modo di provare , ciascuno in privato, la propria parte e riescono a stringersi la mano con l’aria di due perfetti estranei.

“Incantato.. “ mormora Michele, avvicinandosi al suo viso per darle un bacio sulla guancia, ma in realtà è un espediente per parlarle di nascosto dagli altri due.
“Nel senso che tu sei una strega!” le bisbiglia all’orecchio.
“Rapita.. “ gli fa un sorrisone a trentadue denti Monica, mimando la sua strategia.
“Nel senso che preferirei essere rapita piuttosto che doverti sopportare per tutta la sera!” aggiunge in un bisbiglio, riuscendo a resistere al forte impulso di pestargli pure un piede con le sue scarpe tacco dodici.

“L’inizio già promette bene!” sorride soddisfatto Paolo a Laura, osservando in disparte la scena.

“Allora, ci vogliamo accomodare?” propone Michele, avvicinandosi a Paolo che fa strada.
“E comunque il mio sarà più bello!” borbotta lui, dando una rapida occhiata all’intero locale.
“Certo, non lo metto in dubbio.. “ lo asseconda Paolo, raggiungendo il tavolo riservato a loro.
Da bravi gentlemen i due uomini provvedono a spostare la sedia delle due donne per farle accomodare.
Nel mentre le due si tolgono il soprabito e quando Michele vede cosa indossa Monica per poco ha un cedimento: l’aveva già intrigato nel pomeriggio, in versione ultra sportiva, ma ora che sfoggia con disinvoltura un abito nero longette, con una scollatura abbastanza generosa e una linea morbida che le sottolinea le curve nei punti giusti, lui deve ammettere che è davvero splendida.
Inoltre, lei a deciso di raccogliere i suoi riccioli ribelli in un’elegante acconciatura che le lascia scoperti il collo e le spalle, pur dirottando l’attenzione sul decolté grazie a una raffinata collana con pendente.

“Beh? Se vuoi fare il cavaliere almeno fallo fino in fondo, perché se non sposti un po’ di più quella sedia, a meno che non diventi anoressica convinta non c’è verso che riesca a sedermi!” lo distoglie Monica.
Solo in quel momento Michele si accorge che è rimasto impalato, con la sedia spostata dal tavolo solo di pochi centimetri.
“Oh, sì, hai ragione, scusa.. “ si ridesta lui, lasciandola sedere.

Già comodamente seduta al suo posto, Laura osserva quel frangente divertita e col sorriso di chi sa.
“Hai ragione, la serata promette davvero bene!” confida a Paolo, prima che anche lui vada ad appendere il cappotto con Michele.
“Bene, bene, direi che questa Monica sta già facendo colpo!” sorride Paolo, dando una gomitata all’amico.
“Ma no, che dici? Era tutta scena.. “ si giustifica lui, sperando di essere convincente.
“Ah, già, dimenticavo i tuoi mille e più trucchi da conquistatore!” commenta l’altro e, non visto, Michele tira un sospiro di sollievo.

“Allora, è carino, vero?” esclama Laura, mentre aspettano che tornino.
“Ma chi? Il cameriere dici? Sì, non è male, forse un po’ troppo giovane per i miei gusti.. “ risponde con nonchalance Monica.
“Ma che cameriere! Io intendevo Michele. E dai, non ci usciresti con uno così?”
“Preferirei uscire con Hannibal The Cannibal!” è l’immediata e secca risposta di Monica, vittima dell’impulsività.
“Come, scusa?” la guarda confusa Laura.
“No, è che, voglio dire, ci siamo solo stretti la mano, non so niente di lui, almeno prima di uscirci fammelo conoscere meglio!” si giustifica lei.

I due uomini tornano e Monica deve ammettere che Michele ha uno spiccato buon gusto nel vestire, perché ha nuovamente adottato un look casual ma elegante, indossando dei jeans neri, una giacca marrone scuro e una camicia nera leggermente sbottonata che lascia intravvedere il suo petto virile.
Michele sembra accorgersi di come lo sta guardando lei e se ne compiace.


In breve ordinano tutti e nell’attesa gli spunti di conversazione non mancano : argomenti di cultura generale, cinema, letteratura, tempo libero, aneddoti di gioventù, soprattutto dell’adolescenza di Paolo e Michele.
Quest’ultimo e Monica fanno del loro meglio per cercare di parlarsi il più civilmente possibile e capiscono di avere anche parecchi interessi in comune.
Però nessuno dei quattro si azzarda ad andare nel privato.
Paolo e Laura hanno un piano ben preciso già da un po’ e a metà della prima portata, trovano uno stratagemma per allontanarsi.
“Nina!” esclama Laura.
Monica e Michele la guardano perplessi.
“Devo dar la buonanotte a mia figlia! Se non lo faccio non si addormenta più, anzi, è molto probabile che mi chieda anche di raccontarle una storia! Scusate, faccio più presto che posso!” spiega, prendendo la borsetta e alzandosi.
“Ma scusa, non finisci nemmeno di mangiare?” le chiede Monica.
“Scherzi? Se mando giù un’altra pennetta al granchio esplodo!” risponde l’altra, allontanandosi.

“La mia squadra di nuoto!” esclama Paolo, qualche minuto dopo.
“Cos’è? Hanno bisogno della favola della buonanotte anche i tuoi ragazzi?” lo prende in giro Michele, cominciando a mangiare la foglia.
“Ma quale favola! E’ che mi sono dimenticato di avvertirli delle modifiche agli schemi di gioco e domani c’è l’allenamento. Dovrò avvisarli uno a uno, ci vorrà un po’, scusate!” si allontana anche lui, col telefonino in mano.


“E così ci hanno lasciati soli!” commenta Michele.
“Già. E dire che Laura la consideravo un’amica!” borbotta Monica, addentando una generosa forchettata di risotto ai funghi.
Michele le fa un sorrisetto, sia per la sua risposta caparbia che per il gusto con cui mangia, poi torna a dare attenzione al suo piatto, con l’aria poco convinta.

“Che c’è?” bofonchia lei a bocca piena.
“Vorrei parlare col capo chef di ‘sto posto per spiegargli come si preparano delle trenette al pesto degne di esser chiamate tali!” brontola lui.
“Perché ? Sei un grande esperto di cucina o si tratta solo di un bisogno che hai insito nel dna di infastidire la gente?” lo punzecchia la sua interlocutrice.
“La prima che hai detto, mia cara. Non c’è stato modo di parlarne prima, ma si da il caso che io gestisca un ristorante mio e conosca la differenza di chi cucina perché lo considera un lavoro e chi invece lo fa per passione!” le spiega.
“E così hai un ristorante. E allora che ci fai qui? Spii la concorrenza?” insinua lei.
“No. Il punto è che il mio ristorante qui non lo gestisco ancora, ma lo aprirò a breve. Prima ne avevo uno.. a Milano. “ chiarisce Michele, non molto convinto nell’ultima parte, del resto deve ancora familiarizzare con quell’idea.

“Capisco. E allora quale sarebbe questa famosa differenza?” gli domanda Monica.
“Prendi queste trenette. Il cuoco avrà pensato ‘io non voglio essere banale! ‘ e quindi ha aggiunto una serie di ingredienti che lui giudica innovativi, ma che con il pesto non c’entrano niente. E quindi ne ha ucciso la sua autenticità!” sentenzia il moro.
“Bisogna smettere di apparire come non si è, di nascondere l’essenza vera dietro trucchi, sovrastrutture ed espedienti che sono solo totalmente inutili. Bisogna accettarsi per quel che si è, è questa la vera bellezza, perché è la semplicità a vincere, sempre!” aggiunge, con voce calda.
Monica è sconvolta dalla sua profondità.
“Non stiamo più parlando solo di cucina, vero?” deduce lei, un po’ titubante.
“Sei molto più intelligente di quel che credessi!” le sorride Michele.
“Grandioso! Allora mi consideravi pure stupida!” sbotta Monica.
“Possibile che tu non sappia accettare un complimento sincero ogni tanto?”
“Ma, vedi, non può essere un complimento se sei tu a farmelo!”

“Eppure, oggi pomeriggio non la pensavi così.. “ mormora lui, sfiorandole la mano, ma lei la ritrae subito, affrettandosi per cambiare argomento e uscire da quella situazione che la mette a disagio.
“Mi hai detto di cosa ti occupi tu, è giusto che faccia altrettanto. Hai presente la rivista per cui lavora Laura? Beh, io ne sono la direttrice!”
“Quindi sei a capo di una di quelle riviste femminili che non fanno altro che riempire la testa delle loro lettrici di ideali sbagliati, scontati e superficiali!” commenta annoiato lui.
“Oh, rieccolo finalmente! Sai, mi stavo chiedendo che fine avesse fatto il cafone che sei!” lo insulta, mascherando il tutto con un sorriso.
“Mi dicevi che stai per aprire il tuo ristorante, vero? Allora, a quando l’intossicazione.. ehmm, voglio dire l’inaugurazione?” continua lei, pungente.
Michele fa finta di ridere.
“Spiritosa. Sarà settimana prossima e comunque sei invitata!” la avvisa.
“Davvero? E chi mi assicura che non mi farai trovare un boccone avvelenato nel piatto?” domanda lei, diffidente.
“Cercherò di resistere a questa fortissima tentazione!” ribatte lui, facendole un sorriso di circostanza.


Da lontano, facendosi i complimenti a vicenda per le geniali trovate che hanno avuto, Paolo e Laura li osservano interagire.
“Hai visto quanto si parlano? Non stanno zitti un secondo. Come noi ai nostri primi appuntamenti amore.. “ mormora Paolo, abbracciandola da dietro.
“E’ bello vedere che hanno così tante cose da dirsi. Chissà di che stanno parlando. E come si guardano! Per me è fatta. E poi sono così carini insieme!” sorride soddisfatta Laura, alzando il viso per farsi baciare dal suo fidanzato, prima di tornare al tavolo con gli altri.

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Il tempo scorre e in breve si arriva al dessert. Tuttavia, da quando Paolo e Laura sono tornati hanno notato un certo cambiamento, un’atmosfera elettrica fra i rispettivi amici, che non hanno perso occasione di punzecchiarsi a vicenda, qualunque fosse l’argomento di conversazione.
Per di più, ora che è calato un silenzio carico di tensione fra i due, Laura cerca di romperlo ad ogni costo.
“Allora, Monica, come è andata la corsa oggi?” le chiede con naturalezza.
“ Sarebbe andata anche bene, se non fosse per qualche viscido lumacone che m’ha broccolato, con tutta un’ aria da piacione che non ti puoi immaginare!” borbotta lei, rivolta all’amica, ma non solo.
Infatti, Michele accusa il colpo, ma non lo da a vedere.
“Ma dai! Come se a voi donne non facesse piacere! Il jogging è il primo degli espedienti che usate per far nuove conoscenze, per non parlare della scusa più patetica di tutte: la scarpa slacciata!” ribatte prontamente lui.

Laura è contenta che i due siano ritornati a parlarsi.
Chi sembra un po’ meno contenta è Monica, decidendo che quella è la goccia che fa traboccare il vaso.
Infatti, si alza offesa.
“Eh no, bello, guarda che la scarpa mi si era slacciata sul serio, piuttosto sei tu che ti sei avventato come un avvoltoio, approfittando del fatto che ero troppo intenta a riprendere fiato per scappare!” gli risponde a tono.

Paolo li osserva confuso.

“Sì, certo, vogliamo parlare di come mi guardavi, sorridevi , facevi la svenevole?” le fa osservare Michele, alzandosi anche lui.
“Io svenevole?! Semmai eri tu affetto dalla sindrome del Principe Azzurro!” si difende Monica.
“Solo che invece di Biancaneve devo essermi imbattuto in una delle sorellastre di Cenerentola!” sbotta lui.
Monica gli lancia uno sguardo di fuoco.
“Guarda che lo intendo solo dal punto di vista del carattere, per il resto non hai nulla da invidiare a Biancaneve!” si sente in dovere di chiarire lui e questo sembra addolcire un po’ l’aria furibonda della donna.

Intanto Laura e Paola li osservano inebetiti e si guardano tra di loro.
“Ma..ma allora voi due vi conoscevate già?” intuisce Paolo.
“Sì, ma è stato solo un caso!” risponde Michele.
“Io lo chiamerei più un fato crudele, infame, infido e bastardo!” sottolinea Monica.

“Alto, moro..aitante.. settimana scorsa all’aeroporto.. “ borbotta fra se e se Laura, osservando Michele.
“Michele, l’amico di Paolo che è tornato da Milano settimana scorsa, all’aeroporto.. “ continua Laura, mentre sia Paolo che Michele la guardano senza capire.
Monica nemmeno sembra accorgersene, intenta a versarsi del vino bianco.
“Si erano già visti.. ma.. allora.. “ giunge alla conclusione finale Laura.
“Monica, ma allora è lui il misterioso sconosciuto affascinante di cui mi parlavi!” esclama, rivolta all’amica.
Per tutta risposta, Monica rischia di soffocarsi col vino che sta bevendo.

“Ma no, Laura, che dici? E’ evidente che hai bevuto troppo!” tossisce lei, nel panico totale.
“E comunque direi che per me la cena finisce qui. Laura, fammi un favore, poi ci regoliamo domani in ufficio, ok? Paolo, complimenti, hai scelto un ottimo ristorante. Buonanotte a tutti!” dice, prendendo le sue cose e affrettandosi ad uscire.
Michele non ci pensa due volte e la raggiunge.
“Monica, e dai, torna a sederti!” la esorta.
“No, questa cena, anzi, questa intera serata è stata un errore!” dichiara lei, fermandosi.
“Ma no, dai. E’ per il commento sulla sorellastra? Ok, era un po’ indelicato, lo ammetto. Del resto.. non è che tu sia esattamente l’incarnazione della dolcezza!” commenta lui riuscendo a strapparle un sorriso.
“Non è quello.. “ commenta lei.
“E’ per quello che ha detto Laura? E allora? Ammettilo, io ti piaccio!” le sorride lui, fiero e compiaciuto.
“No, ho solo preso un abbaglio! E comunque quella era la tua versione zitta e non insolente, c’è una bella differenza!” chiarisce lei, stizzita.
“Bugiarda.. “ mormora lui, chinandosi su di lei con l’intento di baciarla.
“Presuntuoso!” lo ferma lei, schiaffeggiandolo e andandosene via, affrettando il passo.

Michele, non si aspettava quella reazione. Ha avuto centinaia di donne e sono sempre tutte cadute ai suoi piedi. E’ la prima volta che ne conosce una così capace di tenergli testa. Monica per lui rappresenta una sfida. E lui adora le sfide.

“Mi dispiace che la serata sia andata male!” commenta Paolo, raggiungendolo all’uscita.
Michele sorride, massaggiandosi la guancia schiaffeggiata.
“Io invece direi che è andata benissimo!”

TBC

Spero continui a piacervi, ma come sempre ditemi qualunque cosa vi passi per la testa.

Mi scuso se questa storia è moooooolto Michele-Monica centrica , del resto non sono una sceneggiatrice, non saprei che inventarmi per gli altri personaggi, quindi per lo più saranno comparse… anche tra paolo e Laura non succede nulla di che, sono solo taaanto innamorati.


Al prossimo capitolo.. e i battibecchi fra i nostri prediletti non mancheranno!

Edited by HappyEnd - 3/7/2010, 00:27
 
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Rinoa92
view post Posted on 25/6/2010, 14:37




Che dire, questi battibecchi sono adorabili!!! :wub:
Continua così ovviamente. ^_^

Mi è venuta in mente una scena, che potresti inserire in futuro:
SPOILER (click to view)
Hai presente la scena nella fiction in cui cantano "Come stai?" di Baglioni?
Potresti mettere una scena simile (quando però la relazione è andata più avanti) in cui però si tamponano, prima bestemmiandosi e poi... :wub:
Non so, è un'idea, vedi tu se metterla.
 
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HappyEnd
view post Posted on 29/6/2010, 12:35




grazie, Rinoa, sei gentilissiam come sempre!!

quanto a quello che mi hai proposto, condivido sul fatto che nella serie sia una scena bellissima :wub: :wub: ed è molto carina l'idea del tamponamento :lol:

solo che ho già un'idea precisa su come far andare avanti tutto e non credo di poterci inserire questa parte -_- , ma grazie cmq per la proposta

piuttosto.. perchè non provi a scriverla tu ? ;) io la leggerei di sicuro, è unabella idea
 
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Rinoa92
view post Posted on 29/6/2010, 17:13




Grazie!
Cmq si, ci avevo pensato. ^_^
Spero di avere tempo per scriverla.
 
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HappyEnd
view post Posted on 4/7/2010, 09:30




Rieccomi.

Bene, Rinoa, allora quando la scriverai io sarò più che pronta a leggerla e commentarla :D

si continua..

Capitolo IV: Nessuno mi può giudicare


Monica è ancora un po’ scombussolata dall'epilogo di quella serata. Tutto si sarebbe aspettata ma non che Michele tentasse di baciarla.
Le viene quasi da ridere per l'assurdità della situazione: solo una settimana prima ne era rimasta folgorata e ora non sopporta più nemmeno la sua vista.

Immersa in quei pensieri nevrotici si cambia e si prepara ad andare a dormire, almeno l'idea è questa, peccato che passi all'incirca metà notte a girarsi e rigirarsi , pensando a come potrebbe essere stato se non avesse fermato quel tentativo di bacio e l'altra metà seduta sul letto a ripetersi che ha fatto la cosa giusta.

Al mattino decide di ricorrere a dei grossi occhiali scuri per non far vedere i segni della notte trascorsa quasi interamente senza chiudere occhio. E come ulteriore misura precauzionale decide di andare a far colazione non nel solito bar, per evitare il rischio di incontrare qualcuno che conosce, optando per un nuovo posto, più lontano dalla redazione del suo giornale.

< Del resto sono la direttrice, posso concedermi eccome il lusso di arrivare un po’ più tardi, considerando che lì ognuno fa un po’ come gli pare! > pensa, entrando.

E’ già al bancone, ha ordinato un cappuccino e si appresta a scegliere il croissant al quale accompagnarlo, quando da lontano le sembra quasi di vedere Michele.

< Sono così ossessionata che ormai quell’essere insopportabile lo vedo dovunque! > constata, prima di capire che non si tratta di una semplice sensazione, perché la causa principale della sua notte pressoché insonne si accorge di lei e si avvicina.

“Dì la verità, allora tu mi spii! Guarda che non ci metto niente a chiamare la polizia e denunciarti per stalking! “ esclama, azzannando il suo cornetto.

“Buongiorno anche a te, Monica. E’ bello vedere come sei cordiale e serena anche di primo mattino! “ le risponde ironico Michele, un po’ agitato, controllando con la coda dell’occhio la porta del bagno.

“Ed è bello vedere quanto tu riesca ad essere irritante ad ogni ora del giorno!” bofonchia lei a bocca piena.

“E comunque no, non mi metto certo a spiarti. Anzi, io vengo sempre qui a far colazione, chi mi dice che non sia stata tu ad estorcere quest’informazione, magari al mio amico Paolo?” la provoca lui.

“Certo, perché ero in cerca di un efficace rimedio per farmi andare di traverso anche la colazione, così come è stato con la cena di ieri! “ ribatte lei, rigirando molto nervosamente il cucchiaino nella tazza.

“A proposito, sappi che la mia amica Laura spesso parla senza cognizione di causa!” aggiunge risoluta.

Per tutta risposta, Michele si volta nuovamente indietro, ma intenta com’è a bere il suo cappuccio, la donna nemmeno sembra accorgersene.

“Cognizione di causa o no, la vuoi sapere una cosa? E’ successo anche a me!” le confessa lui, cercando i suoi occhi nascosti da quelle lenti scure.

“Successo cosa?”

“Quel giorno, all’aeroporto. T’ho visto anch’io, ti ho subito notato.. “ chiarisce lui.

“Sì, certo, come no? Dici così per dire.. “ lo interrompe lei, scettica come poche.

“Eri di spalle. Avevi i capelli sciolti, come adesso, una marea di riccioli indomiti, che si muovevano ad ogni tuo passo deciso e imponente. Indossavi una giacca grigia e una gonna decisamente più lunga di quello che potresti e dovresti concederti.. “ la sorprende Michele.

Infatti Monica rimane a osservarlo, senza parole.

“Vabbè, questo non significa niente. Tu noti tutte!” controbatte lei, dopo essersi ripresa.

Ma Michele è già soddisfatto dal suo iniziale silenzio.

“E così vieni sempre qui a far colazione, eh?” cerca subito di cambiare argomento lei.

Michele sta per rispondere qualcosa, quando si volta sentendo aprirsi la porta del bagno, dalla quale esce una bionda ragazza dalle curve prorompenti, costrette in un miniabito ridotto, che lo raggiunge sorridente.

“Non ora.. “ borbotta lui fra sé e sé, attendendo quello che già teme un brusco evolversi della situazione.

“Eccomi, Michele, sono tornata!” esclama la ragazza, avvinghiandosi a lui.

“Sì, lo vedo.. “ si sforza di sorriderle lui. “E’ che intanto ho incontrato una mia vecchia amica.. “ spiega lui, mentre sa che anche se non può vederlo Monica gli starà probabilmente lanciando un’occhiata di fuoco, soprattutto per quel ‘vecchia ‘ che gli è malauguratamente uscito di bocca.

“Monica, lei è Yvonne.. “ fa le presentazioni lui, con tutta la naturalezza che riesce a metterci.

“Yvonne, ma che piacere!” sorride forzatamente Monica, stringendole la mano.

“Quanto a te, *vecchio * amico mio, vieni un attimo che ti devo dire una cosa?” aggiunge subito, rivolta a Michele, che la segue.

“Te lo riporto subito, cara!” si gira nuovamente indietro Monica, verso la bionda, prima che escano momentaneamente dal bar.

“Monica, aspetta, ti posso spiegare, l’ho incontrata stamattina e.. hey, un momento, io non sono tenuto a spiegarti un bel niente!” si impunta lui.
“Infatti, da te non voglio nessuna spiegazione, solo farti i miei più sentitii complimenti.. “ gli sorride lei, con tono inquietantemente dolce.
“Complimenti per cosa?” si acciglia lui.
“Ma per la tua coerenza! Quel bel discorsetto di ieri, te lo ricordi? Parli tanto di semplicità e poi ti metti con quella specie di Barbie strappona?! Oh, sì, bravo, ho notato come trovavi totalmente inutili le sue sovrastrutture! Porco!” sbraita lei.
“E sentiamo, perché a te questa cosa darebbe tanto fastidio?” la mette alle strette lui con un ghigno furbetto.

“Non ci provare neanche! Guarda che sto parlando a nome dell’intero universo femminile!”
“Esagerata. E poi chi sei per dirmi questo? Tu neanche mi conosci!” ribatte lui, alzando la voce.
“Mi basta quello che ho visto per inquadrarti!”
“Allora, dimmi, aspirante analista, cosa avresti capito di me?” la sfida l’uomo.
“Che sei il classico sciupa femmine incallito e non saresti capace di tenerti una donna nemmeno se te la incollassero addosso!” urla lei.
Michele rimane abbastanza colpito da quelle parole. Anche se si conoscono da poco deve ammettere che c’ha preso in pieno.

“E anche se fosse? Vedi, ognuno ha la sua visione personale della vita.. “ ribatte lui.
“E la tua quale sarebbe?”
“Una gelateria.”
Monica si toglie gli occhiali per osservarlo meglio. Del resto ha provveduto a nascondere le occhiaie con una dose massiccia di trucco.
“Come, scusa?”
“La vita è come una grande gelateria. Ci sono fragola, pistacchio, limone, cioccolato, amarena, panna, malaga e mille altre varianti. Quindi perché limitarsi a un solo gusto? Non faccio niente di male, metto subito in chiaro come stanno le cose..” spiega lui.

< Del resto, se sono stato in Paradiso anziché all’Inferno vuol dire che nemmeno lassù lo considerano poi un gran peccato.. > pondera lui.

“Perché , credimi, quando trovi quello giusto, quello che ti cambia la vita, gli altri gusti nemmeno li consideri più!” gli risponde lei, infilandosi nuovamente gli occhiali.
Michele riflette un po’ sulle sue parole.
“E tu? L’hai mai trovato?” la interroga lui.
“Questi non sono affari che ti riguardano! E comunque, continua pure a strafogarti di gelato, ma sta’ attento, potrebbe risultarti indigesto!” lo mette in guardia lei.
“Tu invece avresti bisogno di qualche bella cucchiaiata, ti addolcirebbe un po’!” la punzecchia lui.
“Cafone!” lo insulta Monica, andandosene.
“Vipera!” le urla lui da lontano, prima di rientrare nel bar.

“Tutto bene con la tua amica? Ho visto che se n’è andata via infuriata?” gli domanda Yvonne, che ha assistito alla scena dall’interno.
“Non ci far caso, lei è sempre così.. “ fa spallucce lui, per poi sorriderle ammiccante.
“Allora, dov’eravamo rimasti?”

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< Te lo faccio vedere io cosa ti combina la vipera.. > è il pensiero ricorrente di Monica, finchè arriva in redazione.

“Cafone, arrogante, porco, presuntuoso, viscido, infame.. “ brontola mentre percorre il corridoio.
“Monica, tutto bene?” interrompe la sua ondata di epiteti Elio, mentre le altre si limitano a guardarla confuse.
“Tutto benone, Elio caro. Piuttosto dimmi, come siamo messi col nuovo numero, è già uscito?” si informa lei.
“No, ma stavo giusto per farlo partire.. “ risponde il grafico.
“Non farlo!” gli impone lei.
“Ma, Monica, non possiamo saltare un’uscita.. “ le fa presente Lea.
“Nessuno ha parlato di saltarla. Vi chiedo solo di aspettare due ore, cosa vi cambia? Garantisco che entro tardo pomeriggio saremo già fuori col nuovo numero!” chiarisce lei.
“E che devi fare in queste due ore?” domanda Rosa.
“Aggiungere un editoriale importantissimo, sarà un toccasana per le donne! Lasciate fare a me, forse ci metterò anche di meno!” si congeda lei.
“Sbruffone, pallone gonfiato, borioso, villano, mascalzone, gradasso.. “ continua a borbottare per le scale, prima di chiudersi nel suo ufficio.

“E’ chiaro che c’entra un uomo!” deduce Maya.
“Ma perché deve essere sempre colpa di un uomo? Cosa vi abbiamo fatto?” si lamenta Elio.
“Elio, dopo tutto questo tempo con noi ancora non hai capito niente? Sei una delusione di esperimento. E comunque non ti conviene parlare, sei in minoranza!” lo fredda Lea.
“Ad ogni modo, che gran scoperta, Maya, l’abbiamo capito tutte che c’entra un uomo!” commenta Rosa.
“Sì, ma non c’è andata a letto, me ne sarei accorta!” ribatte la rossa.
Laura, che è stata zitta ad osservare l’intera scena, finalmente si decide a parlare.
“Io credo anche di sapere di chi si tratta.. “
Come una reazione a catena, l’attenzione di tutti si calamita a lei.
“Laura, tesoro, sai qualcosa che noi non sappiamo?” domanda retoricamente Rosa, mentre tutti si avvicinano alla sua scrivania. Sì, tutti.. perché anche Elio è curioso di sapere.


-----------------------------------------------

All’incirca un’ora dopo, Monica esce soddisfatta, sventolando un articolo di oltre quattro colonne che sottopone all’attenzione dei presenti.
Ha fatto prima del previsto.
“E’ fantastico!” esclama Rosa.
“E’ impeccabile!” commenta Lea.
“E’ perfetto… anche se in certe cose mi ci identifico un po’.. “ ammette Maya.
“Ma è spaventoso!” fa una smorfia Elio, sconvolto.
“E’ .. non sarà un po’ troppo diabolico?” le chiede Laura, preoccupata.
“Niente affatto. Vedi, Laura, il mondo non è popolato solo da uomini meravigliosi come il tuo Paolo ed è bene che tutte le donne ne vengano informate!”
“Beh, non è che Paolo sia poi così perfetto, vi devo ricordare cos’ha fatto?” ribatte Laura.
“No, cara, non serve!” la blocca Rosa.
“Piuttosto, Monica, ci vuoi spiegare da dove ti è uscita questa folgorante idea?” la interroga Lea.
“Non saprei, mi sono svegliata ispirata!” risponde l’altra, mentre tutti si scambiano tra loro uno sguardo complice.

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A sera, Michele è a cena con Yvonne.
Il loro appuntamento sembra procedere a gonfie vele: è passato a prenderla a casa, hanno preso un aperitivo e ora stanno consultando il menù, in attesa di ordinare.
“Peccato che il mio ristorante ancora lo devo inaugurare , ma spero ti piaccia anche questo posto.. “ sentenzia lui, versandole del vino.
“Sì, molto, è di gran classe. E a te piace?” domanda lei, sorridendogli.
“Per me il posto non ha nessuna importanza quando la compagnia è così meravigliosa.. “ mormora lui, con voce calda, prendendole la mano.
Di colpo, lei smette di sorridere, ritraendo la mano.
“Uh, che sbadata, mi sono appena ricordata che ho un impegno importantissimo. Temo proprio che dovremmo rimandare la cena. Mi faccio viva io, ok? Ciao Michele!” lo saluta, alzandosi e avviandosi all’uscita, senza che lui faccia niente per fermarla, troppo occupato a riflettere.
“Ma che avrò detto di male?” domanda a se stesso perplesso, riempiendosi il bicchiere.


---------------------------------------------------

“Paolo, mi devi aiutare!” esclama agitatissimo Michele, non appena Paolo preme il pulsante per accettare la chiamata al suo cellulare.
“E già il fatto che io pensi che tu mi possa aiutare la dice lunga!” aggiunge subito dopo.
“Che vai blaterando, Michele? Che ti è successo?” cerca di far chiarezza l’amico, sapendo già che dovrà interrompere il suo controllo per i campi.
“E’ una maledizione!”
“Ma di che parli?” comincia a innervosirsi Paolo, perché detesta non capire qualcosa.
“Ieri sera, stavo a cena con una ragazza, Yvonne, bionda, formosa.. “ comincia a raccontare il primo, mentre passeggia per strada.
“Bene, allora il conquistatore si è rimesso in carreggiata!” sorride il secondo.
“E’ questo il punto. Non ce l’ho fatta!”
“Ma sì, dai Michele, sono cose che succedono, è normale, sarà lo stress, il fatto che sei tornato in città da poco, devi riprendere il giusto ritmo… “ comincia a tranquillizzarlo Paolo.
“Ma no, che hai capito? Non parlo di * quello *, mai avuto problemi di quel tipo.. ma perché tu sì?” si incuriosisce l’altro.
“Se non sbaglio stavamo parlando di te!” lo svia subito lui.
“E’ vero. Magari fossi arrivato a quel punto! Mi ha piantato lì a inizio cena, senza un motivo apparente, anzi, le avevo appena fatto un complimento e lei ha trovato una scusa davvero poco credibile e se n’è andata!” racconta l’amico.
“Magari diceva la verità.. e poi scusa, con tutte le centinaia di donne che hai avuto stai a roderti il fegato per una che ti ha respinto?”
“Ah-ah! Lo vedi che dici anche tu che mi ha respinto?” lo coglie alla sprovvista Michele.
“Sì, vabbè, capita. E comunque è solo una!”
“Eh, no. E’ questo il punto, non è una!” svela lui.
“Che vuoi dire?”
“Appena è andata via , non sono rimasto con le mani in mano, ne ho conosciuta subito un’altra e sembrava che le cose si stesero mettendo bene.. e invece poi è andata via anche lei, dicendomi che non dovevo più cercarla!” continua il suo resoconto.
“Ma che le hai detto, Michele?” comincia a preoccuparsi Paolo
“Ma niente.. che con un suo sorriso era riuscita a illuminare una serata che rischiava di essere buia.. qualcosa del genere.. romanticherie.. lo sai!” fa spallucce lui.
“E’ strano.. vabbè dai, una serata storta non è la fine del mondo!” lo consola l’altro.
“Ma magari fosse solo una serata, continua tutt’ora. Stamattina, ero in libreria , c’erano due ragazze, le ho consigliate su un libro e se ne sono andate via offese entrambe. Poi al supermercato, per poco la commessa non mi manda a quel paese. Paolo, sembra che tutte le donne ora mi odino!” si allarma lui, per poi saltare a determinate conclusioni.

< Oh, cacchio! Forse è una punizione da lassù, te pareva che mi rispedissero di sotto senza un prezzo da pagare.. > pensa, prima di imbattersi in qualcosa che cattura la sua attenzione.

“Michele? Michele, sei ancora lì?” si preoccupa Paolo, non sentendolo più.

“Sì, sì, lascia stare, ho risolto. Grazie!” riattacca Michele, dirigendosi verso l’edicola e il cartellone esposto che ha visto da lontano.

“Boh, chi lo capisce più!” borbotta Paolo, rimettendosi il telefono in tasca.

Michele intanto è sempre più vicino al cartellone che sponsorizza il nuovo numero di ‘Tu donna ‘

“Inserto speciale: Ecco l’identikit del classico cascamorto!” legge Michele.

< Altro che lassù, il mio problema arriva dal basso. Basso come il colpo che mi ha inferto! > pensa scocciato Michele.

“Scusi, me ne da una copia?” chiede al giornalaio, che lo guarda un po’ esterrefatto da quella richiesta, ma lo accontenta.

Michele apre subito il giornale al centro, trovando proprio ciò che cerca.

“Cascamorti, rubacuori da strapazzo e sciupa femmine incalliti: come riconoscerli ed evitarli. A cura di Monica Liverani “ legge ad alta voce Michele.

“Vi tampina mentre fate una corsetta rilassante a fine lavoro, vi sorride sornione, snocciolando complimenti e sdolcinatezze varie, fa finta di essere un grande intenditore in grado di consigliarvi qualunque cosa, dalla scelta di un vino di ottima annata a quella di un buon libro da leggere. Queste sono solo alcune delle sue più tipiche attività. Care amiche lettrici, vi sto parlando di una specie che purtroppo non è affatto in via d’estinzione: è il cascamorto… “ continua a leggere Michele, sempre più innervosito.

“ […] Così voi crederete di aver trovato un cavaliere dei bei tempi andati, un gentleman, un romanticone di prima categoria che vi farà sentire come delle regine. Beh, vi sbagliate di grosso. Siederete al trono per non più di quarantotto ore, poi vi verrà tolta la corona e diverrete solo una tacca in più da aggiungere alla lista delle sue conquiste. E voi valete molto più di una tacca, non vi pare? […] “ continua imperterrito la sua lettura, sfogliando nervosamente il giornale per vedere come prosegue.

“[…] E se ancora non avete ancora avuto informazioni a sufficienza per potervi difendere da quest’individuo della peggior specie, eccovi qui di seguito una serie delle frasi da lui probabilmente più gettonate […] “

Michele è quasi sconvolto dall’elenco, perché si riconosce in parecchie di quelle frasi.

“Quella stronza, allora è tutta colpa sua e dei suoi maledetti lavaggi del cervello! Ma questa me la paga!” sbotta infuriato, chiudendo di scatto il giornale, sul punto quasi di gettarlo, ma poi ha un’idea migliore.

“Vediamo se hai commesso un errore.. “ borbotta, controllando l’ultima pagina, dove legge trionfante l’indirizzo della redazione del giornale.
“Sì, l’hai commesso. A noi due!” si incammina verso una meta ben precisa.

TBC

Ebbene sì.. l’avrete capito.. mi sono rifatta alla puntata dove Monica per screditarlo pubblica la sua foto.. la ‘mia ‘ almeno è meno perfida, si limita solo a scrivere un articolo generico..
Un po’ come il discorso delle sovrastrutture si rifà in parallelo a quello dell’equilibrio interiore.
Un’altra cosa.. non so quali siano effettivamente i tempi per la tiratura di una rivista , ma vabbè è una ff non sottilizziamo!

Per quanto riguarda il loro scontro.. dovrete aspettare il prossimo capitolo (più che altro perché ancora me lo devo immaginare io, anche se qualche vaga idea ce l’ho.. )

Spero continui a piacervi, ma in ogni caso ditemi cosa pensate!

Edited by HappyEnd - 4/7/2010, 19:38
 
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Rinoa92
view post Posted on 4/7/2010, 10:36




Bellissimo capitolo, come sempre Happy end! :wub:
Non vedo l'ora di leggere la continuazione!
 
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HappyEnd
view post Posted on 13/7/2010, 22:45




Grazie come sempre, Rinoa! :woot:

si continua..

Capitolo V: Bandiera bianca

Michele entra nella redazione come una furia, senza curarsi delle persone sconosciute che gli vengono incontro.
“Dov’è? Ditemi subito dov’è la vostra pseudo-direttrice di questo pallido scimmiottamento di una rivista !” sbotta, agitando con foga il giornale arrotolato.
“Mi scusi , ma lei chi è?” si sente domandare da una bionda che lo guarda dall’alto verso il basso, con imponenza e glacialità, in contrasto col tono fermo e pacato con cui gli parla.
“Uno che sta per fare un casino!” replica lui, con tono minaccioso.

Ma prima che qualcuno lo denunci per tentata aggressione, per l’uomo interviene un volto amico.
“Lea, lascialo passare. E, Michele, Monica la trovi di sopra, nel suo ufficio!”
“Ti ringrazio, Laura. Con permesso.. “ si fa strada lui, con una certa urgenza, tra gli sguardi stupiti dei presenti.

“Quindi è lui il Michele di cui ci hai parlato ?” chiede conferma Lea.
Laura annuisce.
“Però.. “ lo squadra da lontano Maya, con approvazione “Hai capito la nostra Monica? Si spiegano molte cose!” ridacchia.
“Ragazzi, ho idea che fra poco assisteremo a uno show degno di nota!” commenta Rosa, con un sorrisetto, mentre tutte si avvicinano alla ringhiera, in prossimità dell’ufficio della loro amica.
Elio sembra dissociarsi da una smania di farsi gli affari degli altri così tipicamente femminile, trovando più interessante le notizie di calcio mercato sulla Gazzetta.

Nel frattempo, Michele è già entrato, sbattendo la porta, cosa che fa sussultare Monica.
Vedendolo, per prima cosa decide di togliersi gli occhiali.
“Me lo vuoi dire che cos’è questo?” ringhia lui, sbattendogli il giornale sulla scrivania.
“E’ una rivista. Sai, uno di quei periodici che escono dalle edicole, tutti pieni di parole e foto.. “ lo canzona lei.
“Sì, certo. Lo sai bene cosa intendo. “ ribatte lui, con tono più pacato e una risatina nervosa.
“Ho scritto un articolo, perché, è vietato?” incrocia le braccia lei.
“Sì, se lo scrivi su di me!” brontola lui.
“Ultime notizie, Signor Ego: il mondo non gira intorno a te!” sentenzia lei, freddamente.
“Da quello che hai scritto direi di sì!” la mette in difficoltà lui, avvicinandosi di un passo e sfidandola con lo sguardo.
E’ una gara a chi lo abbasserà per primo, ma nessuno dei due sembra voler cedere.


“Io ho solo descritto una delle peggiori categorie di uomo che siano mai esistite. Non è certo colpa mia se ti ci rispecchi anche tu. Cos’è, abbiamo forse una crisi di coscienza?” lo punzecchia lei.
“Peggio, mi hai lanciato una maledizione, mi hai fatto non so quale sortilegio. Allora, sei davvero una strega!”
“Io preferisco considerarmi una suggeritrice. Suggeritrice di comportamenti da evitare, ma dubito che il messaggio possa arrivare a cafoni come te!” sbotta lei.
Lui però cambia atteggiamento.
“E comunque.. riguardo le frasi che hai scritto, non è vero.. “
“Cosa non è vero?” lo guarda confusa lei.
“Non tutte appartengono a una lista premeditata da sciorinare ogni qual volta se ne presenti l’occasione.. “ spiega lui.
Lei nemmeno ci pensa ad interromperlo.
“Ad esempio, la prima volta che ti ho vista, il discorso che ti ho fatto sul perché ho capito che non eri fidanzata… beh, quello era vero, non ho mai detto a nessun’altra quelle cose, era esattamente ciò che pensavo in quel momento, ciò che ho letto nei tuoi occhi.. “ mormora lui.
Lei continua a fissarlo in silenzio.
“Mi credi?” aggiunge, con uno sguardo languido.
Monica sembra riprendersi e torna ad indossare quella dura corazza che usa per difendersi.
“Ci sono più probabilità che io creda a Pinocchio!” replica acida.

“Fa’ come ti pare, ma ti giuro che è così!” sbotta lui offeso, in procinto di andarsene.
“Michele?” lo chiama lei, prima che abbassi la maniglia.
“Sì?” si volta lui.
Non sa perché ma gli fa sempre uno strano effetto quando lei lo chiama per nome.
“Volevo solo dirti di non preoccuparti. Questa strega sa fare solo sortilegi di breve durata.. “ sentenzia lei, con tono più calmo.
“Che vuoi dire?” si acciglia il suo interlocutore.
“Scrivo per una rivista femminile. Lo faccio da anni. Vuoi che non sappia come funzionino queste cose? C’è un boom collettivo, ma poi tempo due, tre giorni quegli articoli lasciano il tempo che trovano. Tutte se ne dimenticheranno e tutto tornerà come prima.. “ gli assicura lei.
Michele le sorride.
“Lo vedi? Sai essere anche un po’ fata quando vuoi.. “ mormora, uscendo.

L’uomo scende le scale sentendosi quasi sotto esame, dato che tutti lo stanno osservando.
Decide di non dar peso alla cosa e si dilegua il più velocemente possibile.

Monica esce dal suo ufficio con un sorriso soddisfatto.
Vede tutte che immediatamente si allontanano dalla ringhiera, fingendosi indaffarate.
Smette subito di sorridere e scende le scale.
“Ma bene, tutti al lavoro vedo.. “ commenta, aggirandosi fra le scrivanie.

“Laura, se davvero vuoi far finta di correggere una tua lettera, almeno non stare fissa su una pagina bianca di word!” le fa notare, passando alla prossima.
“Lea, tu stai fotocopiando dei fogli vuoti!” sentenzia, mirando al successivo obiettivo.
“Maya, tu stai prendendo appunti, ma sul tavolo!” la mette in difficoltà.
Ormai gliene manca solo una.
“E, Rosa, tesoro, potevi anche sembrare al telefono, se solo ti fossi preoccupata di occuparla la tua linea!” la coglie in castagna e la mora si ritrova costretta a riattaccare quella cornetta che emette solo il segnale libero.
Così come lei, tutte le altre assumono un’aria colpevole.

“Che dire? L’unico a darmi soddisfazioni qui sembra Elio!” continua lei, sorridendo al grafico.
“Certo, se non fosse che quella Gazzetta la sta leggendo al contrario!” aggiunge subito dopo, alzando la voce.

“Elio, ma allora pure tu?” domanda Maya.
“Non ce l’ho fatta, erano troppo interessanti i loro battibecchi!” confessa lui.

“Ormai stai diventando una di noi, a tutti gli effetti!” lo prende in giro Rosa.
In risposta lui le lancia un foglio appallottolato.

“Bene, visto che vi siete goduti lo spettacolo, che ne dite di tornare al lavoro? Sul serio , però, forza!” li esorta Monica con tono autorevole, tornando nel suo ufficio.
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“Mi stai dicendo che davvero ti ha messo fuori gioco un giornale?” commenta Paolo, mentre lo aiuta a trasportare dal camion in sosta gli scatoloni pieni di bicchieri, posate e bottiglie varie.
“Sì, ma è un fuori gioco temporaneo, è stata lei a dirmelo. Questione di pochi giorni e tutto tornerà alla normalità.. “ spiega Michele, facendosi carico della sua parte.
“Ma.. Ma quindi davvero questi giornali hanno questo potere di controllare la mente?” si spaventa Paolo, mentre entrano al ristorante.
“Eh, che paroloni, stiamo parlando di un giornale, non di un complotto alieno! Diciamo che soggioga facilmente le menti più deboli.. “ lo tranquillizza.
“Quindi tu faresti meglio a non leggerne mai!” aggiunge subito dopo, fingendosi preoccupato.
“Ah-ah. Sempre simpatico, tu!” sbuffa il suo amico, offeso.

Ma nel frattempo l’attenzione di Michele è tutta per una bella ragazza bruna che sta camminando fuori.
La ragazza sembra accorgersi di lui e non solo non abbassa lo sguardo, ma gli sorride anche.
“Avrei pagato per vedere quelle scene. Tu respinto da una donna? Incredibile!” continua a scherzare Paolo.
Michele non lo ascolta nemmeno e ricambia il sorriso che gli è stato fatto.

Notando il silenzio del suo interlocutore, Paolo segue la stessa direzione del suo sguardo e capisce tutto.
“Aspetta? Non vorrai mica.. Monica ti ha consigliato di aspettare ancora un po’.. “ tenta di farlo desistere.
“Non posso farmi condizionare la vita da uno stupidissimo giornale. Vedrai che andrà tutto bene. Ora, lascia fare al Maestro.. “ si fa largo a grandi passi fra gli scatoloni appoggiati, raggiungendo l’uscita.

Paolo osserva la scena da lontano.
Lo vede approcciare la donna, dirle qualcosa di probabilmente divertente, visto che lei si mette a ridere, ma tempo qualche minuto e le cose cambiano drasticamente, lei lo guarda male, si mette sulla difensiva e se ne va.
Michele fa ritorno da quella crociata del seduttore dall’esito inglorioso.

“Allora, Maestro, era ancora troppo presto, giusto?” lo punzecchia, Paolo.
“Lascia stare. Ma poi, perché sei qua? Non dovresti pensare al tuo matrimonio tu?” cambia argomento l’altro, un po’ scocciato.
“Eh, ma.. sai com’è. Quando stai quasi per sposarti e cambi idea proprio il giorno stesso, davanti all’altare, non è che devi fare un gran lavoro dopo per riorganizzare le cose, sì certo, a parte convincere di nuovo Laura a sposarmi, quella è stata una fatica immane, ma ne è valsa la pena. Ad ogni modo, i posti ai tavoli li avevamo già decisi, la location anche, la chiesa pure e così i fiori, le varie decorazioni, gli inviti li abbiamo già rispediti con la data cambiata… Laura ha voluto giusto ricomprare le statuine della torta, secondo lei quelle di prima portavano male.. “ spiega Paolo.
“Alla faccia! Si è ritrovata abbandonata all’altare, di fronte a tutti, povera, permettile di essere diventata un pochino scaramantica! “ la difende Michele.
“Sì.. certo, ma il punto è che non ho poi questo gran da fare. In un certo senso hai i suoi lati positivi.. “ sorride Paolo.
“Stai forse dicendo che quello che le hai fatto è stata una bella cosa?” lo interroga Michele, guardandolo scuro in volto.
“Uh, no, no. Certo che no, è stato orribile.. “ riconosce lui, con gli occhi bassi, come un cane con la coda fra le gambe.

“Non riesco a crederci. Capisci? Quella donna mi ha legato le mani!” borbotta Michele, dopo qualche istante, tentato di prendere a calci uno degli scatolone, se non fosse per la scritta ‘Fragile ‘.

“Ma chi? La ragazza fuori?” domanda Paolo confuso.
“Macché ! Monica!” chiarisce lui.
“Oh, sì. Monica.. “ ripete lui, guardandolo con un sorriso furbetto.
“E mo che è quel sorrisetto?” domanda Michele, innervosito.
“E’ che, amico mio, non so se te ne sei accorto, ma questa Monica la nomini spesso assai... “ gli fa notare l’altro.
“Certo, perché mi ha rovinato la vita!” si difende lui, ma non la da a bere al suo compare.

“E comunque, non credere che la passi liscia. Ho in serbo per lei una bella sorpresina!” annuncia Michele.
“Ma come? Non m’hai detto che vi siete chiariti da lei in redazione?” si acciglia Paolo
“See. E’ quello che le ho fatto credere. Scusa, che senso ha vendicarsi quando lei se lo aspetta? Continuerebbe a stare sul chi va là. Invece così.. “
“Ma tu sei un genio del male!” lo guarda incredulo il suo amico.
“Hey, piano con le offese. Guarda che non è niente di troppo sadico, giusto uno scherzetto innocente. Anche perché sai, spero sia il più tardi possibile, ma quando sarà il momento in Paradiso ci voglio tornare!” dichiara lui, accorgendosi troppo tardi di quello che gli è sfuggito.
“To.. tornare?” ripete inebetito Paolo.
“Sì, vabbè, volevo dire andare. Certo che, anche tu, sei troppo puntiglioso sulle parole!” lo riprende lui.
“Piuttosto, per caso hai il numero di Monica?”

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“Ragazze, non crederete mai a quello che è successo ieri sera. “ annuncia Monica, il mattino seguente, a dir poco radiosa.
E non è radiosa solo in volto. Tutti, chi pronto ad ammetterlo, chi meno, osservano come le dona l’abito rosso fuoco di media lunghezza che sta indossando, dolcevita ma che lascia scoperte le spalle, coperte però dal coprispalle dello stesso colore.
I capelli sono lasciati liberi e selvaggi di ricaderle sul viso ogni qual volta agita troppo la testa, come sta facendo in quel momento.

“Mi suona il cellulare, vedo un numero sconosciuto e.. indovinate? E’ l’infame. Michele!” continua il suo racconto.
“Michele ti ha chiamata?” ripete sorpresa Laura. Sorpresa e felice di quella notizia.
“Sì. E all’inizio stavo per riattaccare , ma poi lui mi ha detto quanto questa lezione che gli ho impartito gli ha fatto bene, quanto è pronto ad imparare dagli errori che ha fatto e a non ripeterli più in futuro. Davvero, ragazze, sembrava un altro!” prosegue lei.

E’ presente anche Elio, ma da come la vede tutta intenta a fare il resoconto della sua serata nemmeno ci pensa a farle presente che non ci sono solo ragazze.


“E poi? Che è successo?” si interessa Rosa.
“Ha detto che in qualche modo doveva ringraziami .. “
“E quindi?” la spinge a parlare Maya. Detesta stare sulle spine, specie se si tratta di argomenti così succulenti.

“Mi ha detto di farmi bella perché ho un appuntamento oggi pomeriggio.. “ annuncia lei.
“Con Michele?” chiede casualmente Lea, fingendo che la cosa non le interessi affatto.
“Ma per favore! Io e lui assieme, che assurdità! Ha detto che mi farà conoscere un suo amico, qualcuno per cui creda io sia perfetta, qualcuno per cui sarò indispensabile!” li informa lei raggiante, prima di avviare tutti al lavoro e salire nel suo ufficio.


La giornata sembra volare e non appena giunge il pomeriggio si dilegua come se niente fosse, preparandosi a quell’incontro nel luogo indicatole da Michele.
E quando incontra la persona che la aspetta e si accerta che sia proprio quella giusta.. vorrebbe sprofondare.
“Il giovanotto che ha chiamato all’ospizio mi ha detto che mi avrebbe trovato una volontaria che mi avrebbe fatto passare un bel pomeriggio, ma non pensavo così bello. Signorina, lei è meravigliosa!” esclama un simpatico vecchietto sdentato, sorridendole e sollevandosi il cappello con galanteria.
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“Quel farabutto, quel lestofante, quella bestia!” parla ad alta voce Monica a sera, recandosi .. nemmeno lei sa dove, perché dove abita non lo sa e sa che il suo ristorante non ha ancora aperto.
“Ma io lo disintegro, lo frantumo, lo spello vivo, lo.. “ continua la sua sfuriata, prima che il cellulare la avvisi dell’arrivo di un messaggio.
Lo prende e appena legge, la rabbia precedente sembra dissolversi nel nulla e al suo posto compare un sorriso.

‘Piaciuto lo scherzetto? Ora sì che siamo pari. Dai, se hai voglia di tornare nel mondo dei giovani, ti aspetto al mio ristorante. Michele. p.s. : Se me lo vuoi devastare, almeno aspetta che prima mi assicuri contro gli infortuni! ‘

Monica scoppia a ridere. Del resto è una situazione talmente assurda che non può non riderci su.

E sorride anche Michele, quando la vede arrivare.

E non può fare a meno di ammirarla in quel bel vestito rosso.


Senza nemmeno salutarlo, Monica si reca dritta in cucina, seguita a ruota da lui.
“Prima di farti un mazzo così ho bisogno di fare il pieno di energie!” spiega, addentando un panino speziato e stuzzichini vari.
Michele la guarda affascinato. Adora il modo in cui lei sembri venerare il cibo, sa che potrebbe guardarla mangiare per ore.
“Ti faccio i miei complimenti. Bella mossa, imprevedibile. Quando mi trovo davanti un valido avversario mi sembra il minimo riconoscerlo!” continua lei, facendosi versare del vino.

“E dai, davvero pensavi di cavartela con così poco? Una piccola vendetta ci voleva. Anche se però sono stato di parola. La persona con cui ti ho fatto uscire ti ha fatta sentire indispensabile, no?” commenta lui.
“Eh, m’ha fatta sentire indispensabile sì, accidenti. Dal fargli attraversare la strada all’imboccarlo, non potevo perderlo di vista un secondo!” racconta lei, scoppiando a ridere con lui.
“Tra l’altro ho passato la sera solo a guardare semolino. Sto morendo di fame!” confessa lei.
“Direi che sei nel posto giusto.. “ le sorride lui, accompagnandola al tavolo che le ha riservato.
Non che gli altri tavoli siano occupati, anzi, sono tutti sottosopra e non c’è nemmeno lo staff.

Cenano insieme e parlano per tutta sera. Monica non può far a meno di emettere versi di soddisfazione pura ogni volta che Michele le fa assaggiare un suo piatto.

Quando arrivano al dessert, Monica si versa del vino bianco e riempie il bicchiere anche a Michele.
“Devo ammetterlo. Quando non siamo impegnati a farci la guerra, diventi vagamente sopportabile, lo sai?” commenta lei.
“Stai cercando di farmi un complimento?” sorride lui.
“Forse. Che dici, allora? Tregua?” propone lei, innalzando il bicchiere.
“Tregua!” approva lui allo stesso modo, facendolo scontrare contro il suo.


TBC

Spero vi sia piaciuta anche questa parte, ma come sempre liberi di dirmi qualunque cosa.


 
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Rinoa92
view post Posted on 14/7/2010, 13:37




L'idea della vendetta con il vecchietto è stata davvero geniale.
Mi è piaciuta molto la scena della falsa riappacificazione, Michele è stato molto carino. :wub:
Adesso, dopo questa tregua, sono curiosa di vedere come si evolveranno le cose. :wub: :lol:
 
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22 replies since 2/6/2010, 13:05   384 views
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